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Il caso

Nessuno vuole l’ex Osi-Ghia: società in liquidazione e zero progetti

Una giungla urbana tra abbandono e necessità di riqualificazione nel triangolo dimenticato di via Montefeltro: dopo più di tredici anni ancora nessuna bonifica all'orizzonte

Nessuno vuole l’ex Osi-Ghia: società in liquidazione e zero progetti

Del triangolo dei capannoni post-industriali, ricompreso tra corso Dante e i due rami della stazione ferroviaria di Porta Nuova, abbandonato almeno dal 2009, sembra ancora che nessuno sappia che farsene. Sicuramente non l’attuale proprietaria, la Nicher Real Estate: oggi in liquidazione. 

Al fondo di una via cieca, via Montefeltro, in cui le vecchie Officine Stampaggi Industriali e la carrozzeria Ghia erano sorte negli anni ‘60 come uno dei tanti ingranaggi dell’allora oliata “macchina Fiat”, ad un primo sguardo non sembra più esserci vita. Tanto che la vegetazione ha in parte avuto la meglio, trasformando il vecchio accesso in una giungla urbana, senza vita. 

Ma addentrandosi un minimo, di vita ce n’è eccome. Qualche panno appeso, un materasso, una pentola sul davanzale della finestra del piano superiore e persino un calcio balilla si intervallano ai cumuli di rifiuti. Rimanendo appena dieci minuti, invece, non è insolito vedere gente entrare o uscire. A dimostrazione dell’attività dell’area, anche se non è decisamente quella che ci si era auspicati (negli anni tinta di nero con il sequesto e lo stupro di un’ex ballerina e la rapina e le sevizie nei confronti di un trentasettenne). 

Dopo le parentesi del Rock City prima e della Sport City poi, negli anni ‘90, nessun nuovo progetto. Nel 2009 era stata disposta bonifica del complesso immobiliare da più di 50mila mq e nel settembre 2011 (tramite variante 234 del Piano Regolatore), la Città aveva aumentato la porzione a destinazione residenziale, per andare incontro all’allora proprietario: «A seguito della difficoltà incontrata nella commercializzazione degli interventi, in particolare quelli di carattere produttivo e commerciale, oltre che dagli ingenti investimenti necessari», recita il carteggio ufficiale. Ma neanche in questo caso nulla di fatto. L’anno dopo, invece, viene annunciato in pompa magna l’eco-campus dell’Istituto Europeo di Design, poi sorto, invece, sulla “riva” opposta, su corso Marconi.  

Nei dieci anni successivi, poi, nulla si è mosso: «oggi Nicher è in liquidazione e non risultano richieste di nuove progettualità», ha confermato l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, in risposta alla doppia interpellanza presentata da Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) e Dorotea Castiglione (M5S). «La sua messa in sicurezza è compito dei privati», si difende Mazzoleni.  

Ma la richiesta è chiara: «Ripristinare la legalità e dare uno spiraglio di riqualificazione al luogo», tuonano gli interpellanti.

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