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IL CASO

«Firmeremo il patto con Askatasuna». La Città tira dritto sul centro sociale

La vicesindaca Favaro: «Adesso c’è solo la delibera, ma non c’è ragione per non andare avanti»

«Firmeremo il patto con Askatasuna».  La Città tira dritto sul centro sociale

La firma nero su bianco ancora non c’è stata, ma il Comune tira dritto sul patto di collaborazione con il centro sociale Askatasuna di corso Regina Margherita.

Un aspetto emerso nel pomeriggio durante il “question time” in Sala Rossa, durante il consiglio comunale.
«Il patto non è ancora stato sottoscritto - ha commentato la vicesindaca Michela Favaro - ma è stata solo approvata la delibera. Tuttavia, non sussistono ragioni ostative sulla sua futura sottoscrizione».
Tradotto, Palazzo Civico vuole portare a termine il patto di collaborazione con “Aska” e far diventare un bene comune lo stabile di zona Vanchiglia.

Sempre durante il consiglio comunale, la vicesindaca Michela Favaro ha affermato che, fermo restando le verifiche di controllo dell’amministrazione comunale, «i soggetti firmatari di questo patto non sono oggetto di condanna, per cui non vi sono motivi per non procedere. Qualora - ha dichiarato la vicesindaca - in esito di tali verifiche dovesse emergere che taluno dei soggetti firmatari sia destinatario di una condanna che comporti l’esclusione dalla partecipazione al patto di collaborazione in oggetto, l’amministrazione adotterà i comportamenti conseguenti ritenuti più opportuni, nel rispetto della normativa vigente e dei principi che regolano l’azione amministrativa».

In sintesi, visto che tra i condannati nel processo la cui udienza si è svolta lunedì scorso non ci sono persone firmatarie del patto, l’amministrazione comunale intende proseguire.

Perplessità sono emerse da parte di Ferrante De Benedictis, consigliere comunale di Fratelli d’Italia. «La collaborazione continua nonostante le condanne a chi occupa abusivamente?», si è domandato il consigliere De Benedictis.

Nel processo di lunedì scorso al Palagiustizia, che vedeva alla sbarra i vertici del centro sociale di corso Regina Margherita, 18 persone sono state condannate, anche se è caduta l’accusa di associazione a delinquere «perché il fatto non sussiste».
Al termine dell’udienza i militanti di “Aska” hanno applaudito e sventolato bandiere. Sempre la scorsa settimana, il 2 aprile, otto militanti del centro sociale sono stati destinatari di otto misure cautelari, nello specifico quattro arresti domiciliari e quattro obblighi di firma.
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