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10 Aprile 2025 - 18:52
I dazi affondano l'azienda che costruì un pezzo dell'Apollo 11: chiude la TE Connectivity
Trump ha ritirato - almeno per ora - i dazi ma per la Te Connectivity purtroppo sembra ormai troppo tardi. L’incertezza causata dalle politiche economiche americane ha infatti causato il ritiro dell’interessamento di una società straniera a insediarsi nello stabilimento e assorbire i dipendenti. Stessa scelta presa dalle altre aziende che si erano interessate e che già in partenza sembravano meno “convinte” della possibilità di investire nello stabilimento di Collegno, in provincia di Torino. I loro nomi non sono stati rivelati per un accordo di riservatezza ma, nel corso di un incontro con i sindacati, è stato spiegato che le possibilità di reindustrializzazione sembrano ormai svanite. E con esse, la speranza di salvare il posto dei 225 lavoratori dell’azienda che qualche mese fa ha annunciato la cessazione dell’attività entro il 2025. Non un capannone qualunque: lì, tra le altre cose, sono stati costruiti i cablaggi per l’Apollo 11, la navetta che portò i primi uomini sulla Luna.
Al fianco dei lavoratori, si è subito schierato il Comune di Collegno: «Nella riunione abbiamo constatato, che non esiste al momento una proposta concreta di investimento sul sito produttivo capace di fornire una prospettiva alle lavoratrici e lavoratori coinvolti - conferma il vicesindaco Antonio Garruto -. Continueremo a monitorare il percorso di formazione e ricollocazione attivato, assicurando la piena collaborazione istituzionale sul piano delle politiche attive, ribadendo il nostro impegno a sostegno di chi ha perso il lavoro. Auspichiamo iniziative di respiro territoriale che possano coinvolgere e sensibilizzare gli attori istituzionali ed economici preposti, per provare a trovare soluzioni di profilo industriale per il sito di Collegno». «Non è solo una fabbrica che chiude, ma un pezzo di storia, di competenze, di dignità del lavoro che rischia di andare perduto per sempre - afferma il sindaco di Collegno Matteo Cavallone -. Di fronte a questa ennesima ferita, è nostro dovere essere al fianco dei lavoratori, non solo con la solidarietà ma con azioni concrete e con un pressing continuo sulle istituzioni sovracomunali, affinché nessuno venga lasciato solo». «Il Comune - continua il sindaco - già presente ai tavoli istituzionali, continuerà a monitorare e sostenere attivamente il percorso avviato dalla Regione per la formazione, il reinserimento occupazionale e il sostegno al reddito. Riteniamo tuttavia necessario fare di più: serve un piano industriale nazionale che ponga al centro il lavoro, l’energia sostenibile, la riconversione intelligente dei siti produttivi e il ruolo pubblico nella gestione dei processi di reindustrializzazione. Invitiamo Governo, Regione, parti sociali e mondo produttivo a costruire un fronte comune contro la desertificazione industriale che colpisce da anni il nostro tessuto economico. È inaccettabile che scelte dettate esclusivamente dalla logica del profitto e della delocalizzazione cancellino con un tratto di penna competenze e professionalità costruite in decenni».
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