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17 Aprile 2025 - 16:06
Christine Lagarde Presidente della Banca centrale europea (Fonte X)
La Banca Centrale Europea (BCE) ha appena ridotto i tassi di interesse per la settima volta consecutiva, portandoli al 2,25%. Una mossa ormai attesa, ma con una novità che ha colto molti di sorpresa: per la prima volta, la BCE non definisce più la sua politica come “restrittiva”, ma nemmeno come “neutrale”. Questo cambiamento di linguaggio potrebbe essere il segnale che la BCE sta cercando di adottare un approccio più flessibile, pronto ad adattarsi alle circostanze e ai dati economici che arrivano.
La #Bce taglia i tassi di 25 punti base, come da attese, ma Christine #Lagarde avverte: sull’outlook economico pesa l’eccezionale incertezza dovuta alle tensioni commerciali; la Bce non segue un percorso predeterminato sui tassi. Un passaggio del suo intervento in conferenza… pic.twitter.com/CEsRNDeTSK
— Class CNBC (@classcnbc) April 17, 2025
Secondo Lale Akoner, Global Market Analyst di eToro, “la decisione di ridurre ulteriormente i tassi potrebbe essere solo l'inizio di una serie di interventi simili e la BCE non sembra più vincolata da una visione fissa”. L'analista sottolinea che la nuova direzione della BCE dipenderà molto dai dati in arrivo, in particolare quelli legati alla crescita globale, che rimane incerta a causa dei dazi imposti dagli Stati Uniti e dei suoi effetti sull’economia europea. “In questo scenario, se da un lato l'Europa potrebbe risentire dei dazi, dall'altro l'aumento delle spese per la difesa e le infrastrutture potrebbe fornire un certo sollievo, compensando almeno in parte i danni economici”, aggiunge Akoner.
L'inflazione, pur essendo scesa dal picco del 10% raggiunto nel 2022, rimane sopra l'obiettivo ideale della Banca Centrale del 2%. Attualmente al 2,2%, sta mostrando segni di rallentamento, ma la strada è ancora lunga. Sebbene la riduzione dell’inflazione sia vista come un progresso, l'incertezza resta alta, soprattutto considerando che, se i disavanzi di bilancio dovessero crescere troppo, la BCE potrebbe dover tornare ad acquistare obbligazioni per evitare il rischio di un debito insostenibile.
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