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Torino

Eridano: il mito nascosto nel Po

Dal viaggio dall’Egitto al sacrificio cosmico, la leggenda che racconta l’identità di un fiume

Eridano: il mito nascosto nel Po

Un principe venuto dall’Egitto, un fiume possente che diventa leggenda, un figlio che pretende un segno dal padre divino. Il mito di Eridano – nome con cui gli antichi identificavano il Po – affonda le sue radici nella classicità e attraversa i territori del mito, della geografia e del dolore.

Secondo una delle versioni più antiche, Eridano era un giovane e fiero principe egizio, figlio del dio Sole. In cerca di conferme sulla sua origine divina, attraversò il Mediterraneo, sbarcò in Liguria e, valicato l’Appennino, giunse alle rive di un fiume tanto maestoso da essere chiamato "re dei fiumi". Qui fondò una colonia, la pose sotto la protezione di Osiride e le diede il proprio nome.

Ma la leggenda non si esaurisce nella fondazione. Spinto dal desiderio di provare il proprio legame col padre, Eridano giunse fino al palazzo del Sole, dove chiese di poter guidare, anche solo per un giorno, il carro infuocato del dio. Il Sole esitò, ma legato da un giuramento sacro non poté rifiutare.

La corsa di Eridano tra le stelle fu breve e disastrosa. I cavalli alati, sentendo la mano inesperta del giovane, persero il controllo. Il carro oscillava tra il cielo e la terra: troppo vicino alle nuvole, poi troppo vicino alle montagne e ai boschi. Il calore cominciò a divorare tutto. Fiamme e scintille bruciavano vette e foreste, l’aria stessa sembrava incendiarsi. Fu allora che Zeus scoccò un fulmine colpendo il ragazzo e facendo precipitare il suo corpo nel grande fiume.

Quel fiume, che da allora porta il nome di Eridano, divenne così custode della sua memoria. Le sue sorelle, le Eliadi, piansero per giorni accanto alla tomba del fratello finché, per il dolore, si trasformarono in pioppi. Le loro lacrime, cadendo sull’acqua, si fecero ambra.

Il racconto di Eridano, rievocato anche da Ovidio nel mito di Fetonte, unisce elementi religiosi, naturali e affettivi in una narrazione che spiega poeticamente l’origine del Po, dei pioppi lungo le sue rive e persino dell’ambra, pietra delle lacrime divine. Una leggenda che attraversa secoli e civiltà, e che ancora oggi scorre nel cuore dell’Italia, là dove il fiume più lungo si carica di storie, misteri e identità.

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