Cerca

IL FATTO

Maternità dietro le sbarre: il caso del bambino di 21 mesi recluso con la mamma nel carcere di Torino

La madre ha 31 anni. Il piccolo è nato mentre la donna si trovava già in regime di detenzione

Maternità dietro le sbarre: il caso del bambino di 21 mesi recluso con la madre nel carcere di Torino

l'interno dell'Icam

Un bambino di 21 mesi vive attualmente recluso con la madre detenuta nell’area Icam del carcere Lorusso e Cutugno di Torino. Si tratta dell’unico caso attualmente presente nella struttura, una delle tre in Italia adibite alla custodia attenuata per madri detenute. La madre ha 31 anni. Il piccolo è nato mentre la donna si trovava già in regime di detenzione.

Nonostante l’obiettivo degli Icam sia quello di differenziarsi dai penitenziari tradizionali, l’ambiente rimane fortemente limitato: la struttura è circondata da sbarre e presidiata da due agenti in borghese. Il bambino può uscire soltanto per frequentare l’asilo, attraversando controlli di sicurezza. I pasti vengono preparati da una detenuta, e lo spazio all’aperto a disposizione è un piccolo giardino interno. Ad agosto scorso, l'Icam torinese ospitava sei bambini. L’Istituto a Custodia Attenuata per Madri (Icam) di Torino è stato avviato nel 2015 con il trasferimento di nuclei madre-figlio presenti nel nido interno del padiglione femminile del carcere cittadino Lo Russo e Cutugno. È fisicamente situato all’interno del carcere in una palazzina a sé stante che ospita sia l’Icam, sia due sezioni per persone autorizzate al lavoro all’esterno o in semilibertà.

Il caso è emerso durante una visita effettuata ieri, domenica 11 maggio, in occasione della Festa della Mamma. All’incontro hanno preso parte la vicepresidente del Senato Anna Rossomando, le consigliera del Partito Democratico Gianna Pentenero, la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra Alice Ravinale, Elena Ferro della segreteria Cgil Torino e l’ex deputato Davide Mattiello.  Durante la visita è stato riportato anche il caso di un’altra detenuta, 35 anni, reclusa per truffa. Ha quattro figli: tre sono già stati affidati a famiglie esterne, il quarto è nato nove mesi fa durante un periodo di arresti domiciliari. Dopo il parto la donna è tornata in carcere e non vede il neonato da due mesi. Il bambino è attualmente ospitato in una comunità protetta. A luglio è attesa la sentenza del tribunale dei minori per decidere sull’eventuale decadenza della potestà genitoriale. Secondo Elena Ferro (Cgil), gli Icam «non garantiscono condizioni adeguate alla relazione madre-figlio» e non sono «adatti per bambini così piccoli, specie nei casi legati a reati di povertà e marginalità». Nel reparto femminile del carcere torinese si trovano attualmente 115 donne. L’80% di loro ha avuto figli. La maggior parte ha già perso la genitorialità.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.