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IL FATTO

Cpr Torino, 30 su 53 trattenuti assumono psicofarmaci: “Gravi vulnerabilità ignorate”

Sei persone trasferite dal Centro di corso Brunelleschi in Albania: provengono da Paesi senza accordi di rimpatrio con l’Italia

Cpr Torino, 30 su 53 trattenuti assumono psicofarmaci: “Gravi vulnerabilità ignorate”

Sei persone trattenute nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Torino sono state trasferite in Albania nei giorni scorsi. Lo rendono noto Marco Grimaldi, vicepresidente del gruppo AVS alla Camera, e le consigliere regionali Alice Ravinale, Valentina Cera e Giulia Marro, che oggi hanno effettuato un sopralluogo nella struttura. Secondo quanto dichiarato dai rappresentanti di Alleanza Verdi Sinistra, i trasferimenti riguardano cittadini provenienti da Gambia, Algeria, Nigeria, India, Bangladesh e Senegal. “Alcuni di questi Paesi – hanno spiegato – non hanno accordi di rimpatrio con l’Italia: si tratta quindi di pura propaganda e di uno spreco di risorse pubbliche sulla pelle di persone che verranno rimesse in libertà. Ma come faremo a sapere che cosa sarà di loro?”

La visita è avvenuta a seguito delle proteste del 30 aprile, in seguito alle quali quattro persone sono state ricoverate. I trattenuti avrebbero riferito numerosi tentativi di suicidio e atti di autolesionismo. Tra i casi più gravi segnalati, quello di una persona che è tornata al CPR solo ieri dopo un ricovero ospedaliero: aveva ingerito lamette e batterie e lamenta ancora oggi forti dolori. Attualmente è in sciopero della fame per protestare contro “questo sistema assurdo e crudele”. I rappresentanti AVS hanno inoltre denunciato la presenza all’interno del CPR di numerose persone con gravi fragilità psichiche o fisiche. “Oggi abbiamo incontrato persone che vivono in Italia da 10, 20, anche 35 anni – hanno dichiarato – con figli nati qui e cittadinanza italiana, persone che hanno sempre lavorato e sono rinchiuse solo perché è scaduto il loro permesso di soggiorno”.

Secondo i dati raccolti durante la visita, su 53 trattenuti, 30 assumono psicofarmaci la sera. “Chi è in cura psichiatrica o in terapia per tossicodipendenza – spiegano – per legge dovrebbe essere considerato inidoneo alla detenzione nei CPR”. Tra i casi segnalati, quello di un giovane tunisino arrivato in Italia come minore non accompagnato, diventato maggiorenne nell’ottobre scorso e ora rinchiuso nel centro. Per lui, i consiglieri chiedono la liberazione immediata. Nel frattempo, domani prenderà il via alla Camera la discussione sul cosiddetto “decreto Albania”, che prevede l’esternalizzazione della gestione di alcune procedure migratorie in centri fuori dal territorio italiano. Grimaldi, Ravinale, Cera e Marro concludono: “Continueremo a dire che questo sistema disumano va smantellato, non esportato”.

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