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Il caso
12 Maggio 2025 - 19:18
Torino, negozi chiusi per la crisi
Migliaia di saracinesche abbassate e mai più riaperte. Perché nel frattempo diventati appartamenti, molto spesso in affitto - corto o lungo che sia -. Quanti siano non si sa, ma la portata del fenomeno si era già intuita dall’ultima indagine Fimaa. «Nel 50% dei casi chi compra un locale commerciale lo trasforma in un’abitazione, generando una sorta di “cortocircuito” che rischia di declassare l’intera area», aveva dichiarato ad inizio aprile il presidente Fimaa Franco Dall'Aglio.
La stessa preoccupazione condivisa dal consigliere del gruppo Radicali Silvio Viale: «Il fatto che i negozi siano vuoti è oggettivo. Da 30 anni si parla di difendere il piccolo commercio, ma adesso sembra che o si difende da solo o è destinato a soccombere», ha attaccato in un’interpellanza diretta all’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni.
Un’indagine per capire esattamente di che numeri stiamo parlando - funzionale anche alla redazione del nuovo Piano Regolatore - sarebbe, tuttavia, in corso. L'aspetto è molto delicato. Da un lato la crescente domanda di affitti e un’offerta che, in effetti, fatica a starle dietro. Ma dall’altra la tendenziale chiusura delle attività commerciali e la desertificazione di intere aree che questo comporta, «indipendentemente dal cambio d’uso», risponde Mazzoleni.
Spesso, cioè, i negozi chiuderebbero in ogni caso e farne abitazioni è solo un modo per scongiurarne l’abbandono. «Esiste una pratica “agevolata” per trasformare i locali commerciali al piano terra in appartamenti, ma se la rendessimo più rigida avremmo molti più edifici abbandonati e non vogliamo aggiungere lungaggini burocratiche», replica l’assessore. A conferma del fatto che contemperare le esigenze dei commerciali e quelle di chi ha bisogno di una casa sia oggi un’impresa da equilibristi esperti.
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