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Industria
15 Maggio 2025 - 12:21
La direzione aziendale di Mirafiori ha ufficialmente comunicato alle organizzazioni sindacali lo spostamento definitivo della produzione delle Maserati a Modena, segnando così la fine del cosiddetto “Polo del Lusso” torinese. La notizia, che circolava da tempo come "voce di corridoio", è stata confermata ieri dalla Fiom Cgil di Torino, che esprime forte preoccupazione per il futuro dello storico stabilimento.
Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Torino, ha definito questa decisione come «l’ennesima batosta per Torino» e ha sottolineato come «le rassicurazioni di Stellantis siano inutili se non supportate da atti concreti per il rilancio di Mirafiori». Lazzi ha aggiunto: «Ho l’impressione che facciamo come i gamberi: un passo in avanti e due indietro». Per questo, ha ribadito l’urgenza di destinare nuovi modelli di auto alla fabbrica torinese, invitando le istituzioni locali, a partire dal sindaco di Torino e dal governatore del Piemonte, a sostenere questa richiesta insieme ai sindacati.
Gianni Mannori, responsabile Fiom Cgil di Mirafiori, ha denunciato che «senza potenti investimenti e un piano industriale strutturato si assisterà all’“eutanasia” di Mirafiori e dell’auto a Torino e in Italia». Mannori ha richiamato l’attenzione sulle conseguenze negative già visibili nella filiera dell’automotive, citando la vicenda Italdesign di Moncalieri, messa in vendita da Audi per fare cassa, e il rischio che a pagarne il prezzo siano i lavoratori. Ha inoltre sollecitato chiarimenti sul futuro dei circa duecento lavoratori delle ex mascherine, attualmente in cassa integrazione e privi di un’allocazione produttiva.
A rafforzare la preoccupazione dei sindacati, si aggiungono le parole di Luigi Paone, segretario generale Uilm Torino: «L’annuncio odierno di Stellantis era una voce che circolava da tempo, ora con l’ufficialità dobbiamo accelerare su un nuovo modello per Mirafiori». Paone riconosce che «la 500 ibrida è un’opportunità, ma non può essere l’unica soluzione per saturare gli impianti e garantire la centralità di Mirafiori: servono altri modelli ibridi di larga diffusione. Occorre riaprire un tavolo di confronto che coinvolga le segreterie nazionali», conclude Paone, «l’obiettivo è avere la certezza di un piano industriale definito che possa dare un futuro a Mirafiori e all’indotto».
Dal fronte della Fismic Confsal Torino, arriva la posizione di Sara Rinaudo, segretario territoriale: «Apprendiamo con attenzione la decisione di Stellantis di trasferire a Modena l’assemblaggio delle versioni sportive Maserati GranTurismo e GranCabrio, oggi prodotte a Mirafiori. Si tratta certamente di una buona notizia per il sito emiliano, da tempo in sofferenza produttiva e occupazionale. Il rafforzamento della linea sportiva rappresenta una risposta concreta per i 180 lavoratori di Modena».
Tuttavia, Rinaudo sottolinea una «crescente preoccupazione per il futuro del nostro polo produttivo. Il trasferimento di queste vetture rappresenta infatti un ulteriore alleggerimento della capacità industriale di Mirafiori, che ha bisogno con urgenza di nuove produzioni di massa per garantirne la piena saturazione». Il segretario territoriale Fismic Confsal evidenzia inoltre che «una parte degli addetti sarà riallocata sulla linea della Fiat 500 ibrida, il cui rilancio è atteso a breve. È un primo segnale, ma non può bastare: serve una visione industriale più ampia e un piano chiaro per l’assegnazione di nuovi modelli ibridi e, più in generale, per il rilancio dell’intero polo torinese. Torino non può vivere solo di nicchie: ha bisogno di volumi, certezze e prospettive».
«Come Fismic Confsal Torino, manterremo un approccio costruttivo e di dialogo, ma fermo nella richiesta di risposte concrete da parte dell’azienda e delle istituzioni», conclude Rinaudo. «La convocazione annunciata per la prossima settimana sarà un momento importante per chiarire intenzioni e strategie sul futuro industriale di Stellantis in Italia, e in particolare su quello di Mirafiori».
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