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IL FATTO
19 Maggio 2025 - 12:51
È proseguito questa mattina il processo per il crollo della gru in via Genova, a Torino, avvenuto il 18 dicembre 2021, durante il montaggio di un’imponente gru edile. L’incidente provocò la morte di tre operai. In aula, davanti ai giudici, sono state ascoltate nuove testimonianze, tra cui quella di Alessandro Parrucco, residente nella zona, che ha raccontato di aver assistito in diretta al momento del cedimento.
https://torinocronaca.it/news/torino/446520/tragedia-della-gru-in-via-genova-il-comune-risarcito-con-55mila-euro.html
«Ero uscito verso le 10 per andare al bar. Ho visto che il braccio della gru si stava piegando lentamente», ha riferito Parrucco. Pochi istanti dopo, il crollo. «Avevo visto il manovratore scendere e battere i pugni sull’asfalto, disperato». Un’immagine che, ha aggiunto, non è riuscito a dimenticare. Quel giorno persero la vita Filippo Falotico, 20 anni, torinese, alla sua prima grande esperienza da montatore, soprannominato “il piccolo Hulk” per la sua forza fisica; Roberto Peretto, 52 anni, originario della Lombardia, con una lunga carriera nei cantieri; e Marco Pozzetti, 54 anni, anche lui lombardo, collega e amico di Peretto, noto per la sua affidabilità tecnica. In aula erano presenti anche le compagne e le mogli delle vittime. Clarissa V., compagna di Peretto, ha ricordato di averlo sentito in videochiamata solo il giorno prima della tragedia. «Era sereno, parlavamo del weekend. Non avrei mai pensato…».
Gli imputati sono cinque. Enrico Calabrese, ex titolare della ditta proprietaria dell’autogrù, è accusato di non aver verificato l’idoneità del mezzo e di non aver richiesto il piano di sicurezza. L’autogrù risultò inadeguata per le operazioni previste. Stefano Sprocatti, referente della Locagru, è chiamato a rispondere per non aver controllato la gru edile e per carenze nella gestione del piano operativo. La ditta aveva fornito sia la gru che l’autogru. Mirzad Svrka, manovratore dell’autogrù, è accusato di aver eseguito la manovra finale senza adeguata visibilità e in condizioni critiche. Secondo la procura, anche il suo comportamento avrebbe contribuito al crollo. Federico Fiammengo, titolare dell’impresa appaltatrice, è accusato di non aver verificato l’idoneità dei mezzi né richiesto il piano di sicurezza, omettendo controlli fondamentali. Infine, Roberta Iandolino, coordinatrice per la sicurezza, è imputata per non aver svolto i controlli previsti e per aver prodotto un verbale falso relativo a un sopralluogo mai effettuato. In aula ha parlato anche Leonardo Adamo, il capo cantiere. Poche parole, ma chiare: «Sto cercando di dimenticare. È stato un trauma non indifferente».
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