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L'appello

Re delle soffitte, la Fondazione detta le regole agli eredi: «Collaboriamo se sono in regola»

Il chiarimento dopo l'annuncio dell'affidamento di alcuni immobili del gruppo Molino

Re delle soffitte, la Fondazione detta le regole agli eredi: «Collaboriamo se sono in regola»

«Se finora un patrimonio immobiliare non è stato gestito in modo specchiato, non giudichiamo il passato ma verifichiamo se ci sono le condizioni per una collaborazione futura. Che sono contratti regolari, sostenibilità economica, abitazioni all’onor del mondo».

Così Antonio Sansone, segretario generale della Fondazione Don Mario Operti, “detta le regole” agli eredi di Giorgio Molino, che ora gestiscono l’impero dell’83enne conosciuto come il Ras delle soffitte di Torino. È stato proprio uno degli avvocati del gruppo immobiliare, Guglielmo Tortarolo, ad anticipare la prossima collaborazione con la Fondazione che da vent’anni lavora per aiutare le persone fragili nell’accesso alla locazione.

«Il nostro progetto “Insieme per la casa”, in due decenni, ha accompagnato 5mila famiglie, anche grazie al sostegno di altri enti del terzo settore - continua Sansone - Dopo il Covid, però, siamo passati da 250-300 a 25-30 nuclei l’anno». Significa che c’è meno necessità di aiuto? «No, sono esplosi gli affitti brevi per i turisti e quelli agli studenti. Non è necessariamente una tendenza negativa, anzi. Però bisogna muovere il mercato della locazione, che è complesso: noi proviamo ad “accompagnare” su questo fronte». Ed è in questo tentativo che si inserisce la collaborazione (ancora da formalizzare) con gli eredi di Molino, che hanno assicurato la volontà di mettersi in regola: «Ben venga chi sceglie percorsi virtuosi in discontinuità: non mi stupisce il loro impegno, in linea con quello manifestato in tutti gli incontri».

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