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IL CASO

Salone del Libro, Giuli rilancia: “Pronti a raddoppiare i fondi, ma niente ostacoli dalla governance”

"Ci hanno chiesto di aumentare l’impegno per il Salone del Libro di Torino, per renderlo più bello della Buchmesse di Francoforte"

Salone del Libro, Giuli rilancia: “Pronti a raddoppiare i fondi, ma niente ostacoli dalla governance”

A quasi una settimana dalla chiusura dell’edizione 2025 del Salone del Libro, le polemiche sulla gestione e i finanziamenti della manifestazione non accennano a placarsi. A riaccendere il dibattito è stato il ministro della Cultura Alessandro Giuli.  Tema centrale: la proposta di raddoppiare i fondi statali destinati al Salone, portandoli da 250.000 a 500.000 euro. Una prospettiva che da un lato è stata accolta con interesse, ma che dall’altro ha sollevato timori legati a possibili interferenze nella governance della manifestazione, che da anni è gestita da soggetti privati.

Durante i giorni del Salone, lo stesso Silvio Viale, presidente dell’associazione Torino Città del Libro, aveva ribadito l’importanza che l’evento resti in mano ai privati: “Sono loro – aveva detto – ad accettare il rischio d’impresa, e quindi a dover rispondere dei risultati economici e della sostenibilità dell’evento”. Anche il sindaco di Torino Stefano Lo Russo aveva espresso perplessità sull’eventualità di modifiche negli equilibri gestionali.

Ed è proprio a lui che si è rivolto il ministro Giuli, con parole piuttosto dirette:
“Da Ministro della Cultura ho il dovere di finanziare la cultura”, ha dichiarato. “Ci hanno chiesto di aumentare l’impegno per il Salone del Libro di Torino, per renderlo più bello della Buchmesse di Francoforte. Abbiamo risposto che siamo pronti ad assumerci questo impegno. Ci ha stupito la contro risposta dilatoria del sindaco e di una parte del Salone, stranamente interessati ai propri equilibri di governance”.

Il ministro ha anche riferito di un confronto con la direttrice editoriale del Salone, Annalena Benini, che lo avrebbe invitato a “non credere a ciò che si legge sui giornali”. E ha poi aggiunto, con tono critico:
“Trovo singolare che alcuni sindaci vengano in trasferta e, una volta ottenute le promesse, insignoriscano”.

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