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Rifiuti, in Piemonte rischio stangata sulle bollette Tari a causa dei Pfas

I nuovi valori limite mettono in crisi le discariche: il percolato inviato - a costi esorbitanti - in altre regioni e in Francia. Con una beffa: «L'inquinamento non diminuisce»

Rifiuti, in Piemonte rischio stangata sulle bollette Tari a causa dei Pfas

Rifiuti, in Piemonte rischio stangata sulle bollette Tari a causa dei Pfas

I Pfas rischiano di costarci caro. Non solo in termini di salute ma anche economici, con il rischio di una stangata sulle prossime bollette della Tari.

L'allarme arriva dall'Autorità Rifiuti Piemonte, il cui presidente, Paolo Foietta, ha inviato una comunicazione a Regione Piemonte, Città metropolitana di Torino e ai presidenti delle province piemontesi per spiegare il problema. Tutto nasce, ancora una volta, dagli ormai famigerati Pfas, un gruppo di oltre 4.700 sostanze chimiche sintetiche ampiamente utilizzate nell'industria (abbigliamento, pentole, tessuti, elettronica, automotive solo per elencare alcuni settori), resistenti alla degradazione ambientale e possono accumularsi nel corpo umano e nella fauna selvatica, tanto che sono definite come "inquinanti eterni". Sostanze anche cancerogene su cui si sono accesi i riflettori quando sono state trovate in grandi quantità nell'acqua potabile piemontese e che i medici hanno già definito come il "nuovo amianto".

Ma cosa c'entrano con la nostra bolletta dei rifiuti? Il problema nasce dal percolato, il liquido che si forma nelle discariche quando la pioggia "passa" attraverso i rifiuti, dissolvendo e trasportando sostanze dannose e che non può essere disperso nell'ambiente ma deve essere prima inviato dalle discariche ad appositi impianti di depurazione. Ed è proprio qui che i Pfas sono stati trovati quantità superiori ai limiti introdotti dalla nuova legge regionale 25/21. La conseguenza è stata inevitabile: «Alcuni impianti di depurazione - segnala l'Autorità - hanno deciso di interromperne in via cautelativa il ritiro». In parole povere, in Piemonte a causa dei limiti della nuova legge regionale il percolato "ricco" di Pfas non può più essere trattato. Per questo le discariche hanno dovuto cominciare ad inviarlo in altre regioni, Lombardia in particolare, o addirittura all'estero, in Francia

E così in Piemonte avremo il danno e la beffa. Il danno è evidente: «I costi di smaltimento sono saliti alle stelle - sottolinea Foietta - si parla di 4-5 volte di più di quanto si pagava prima. E il rischio ovviamente è che alla fine questi aumenti si riversino sulle bollette della Tari». La beffa è che il percolato non smaltito in Piemonte, finisce in Lombardia dove però «le condizioni ambientali delle acque superficiali sono le stesse in quanto il bacino idrografico è il medesimo» e in più «peggiorerebbe senz'altro il bilancio ambientale a causa dell'incremento delle emissioni in atmosfera dovuto al trasporto del percolato». Insomma, non solo l'inquinamento non diminuirebbe ma finiremmo pure per pagare di più.

E così la richiesta dell'Autorità alla Regione è inevitabile: «Crediamo sia opportuno sospendere l'applicazione della norma regionale fino a gennaio 2027, quando l'Ue definirà i limiti di inquinanti a livello europeo. Nel frattempo, impieghiamo il periodo transitorio per l'identificazione delle tecnologie migliori per la cattura e la distruzione dei composti. Tecnologie che devono essere individuate coinvolgendo partner scientifici, Politecnico, Università e Arpa».

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