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03 Giugno 2025 - 08:30
C'è una norma (non scritta) del Galateo per cui gli unici gioielli che un uomo dovrebbe indossare sono l'orologio e la fede nuziale (se sposato). E i gemelli da polso. Ma è una regola universale? Oggi, si direbbe di no. E comunque la storia ci ricorda di gioielli particolari, che già indicavano uno status symbol, come la chevaliere (portata rigolarmente al mignolo) usata dai cavalieri nel Medioevo e poi trasformata in simbolo familiare, o distintivo (magari il college universitario o un'azienda, un club). Una icona di stile come era ritenuto l'Avvocato Gianni Agnelli aveva reso uno status symbol il portare l'orologio: sul polsino, ovviamente. E icona era l'orologio stesso. Ma che orologio era? E dove è finito, oggi, nel dipanarsi dei vari intrecci dell'Eredità Agnelli?
Portare l'orologio sul polsino per l'Avvocato si dice avesse due motivi fondamentali: non rovinare il polsino della camicia; non dover perdere tempo a sollevare il polsino per guardare l'ora. In realtà, all'Avvocato piaceva distinguersi (il vezzo di imitarlo era divenuto, anziché status symbol, cafonata anni '80... Ma questa è un'altra storia).
Al polso gli è è stato visto un Omega Seamaster Ploprof (valore fra i 13.000 e i 20.000 euro, oggi), portato con indifferenza sulle camicie di jeans, sui completi da sci, sotto gli abiti sartoriali. Poi, a cavallo degli anni '70 e '80, Agnelli si era fatto conquistare un orologio-calcolatore, con schermo a diodi, l'Hamilton Pulsar P2. Un orologio dal prezzo tutto sommato "popolare", che all'epoca si aggirava attorno ai 400 dollari.
Impossibile poi non citare il famoso Patek Philippe World Time ref 1415HU, un'opera d'arte con cassa in oro giallo, movimento meccanico e un disco rotante che consentiva di leggere l'ora in 41 diverse città nel mondo. Un'opera d'arte meccanica del valore oggi di circa 83.000 euro ma che, per i modelli più antichi, è stata battuta all'asta anche fino a 6,6 milioni.
E poi ancora, Audemars Piguet, Cartier, Rolex, Porsche Design. In compenso, l'Avvocato non portava la fede nuziale (troppo banale? o disturbava l'attività di playboy? Come se il suo matrimonio con la principessa Marella Caracciolo fosse stato un segreto...).
Dove sono finiti, ora, questi preziosi orologi? È una curiosità legittima, in quanto dopo la sua morte, nel gennaio 2003, i beni sono stati divisi fra la moglie Marella Agnelli, la figlia Margherita e il nipote John Elkann. Una eredità che, come sappiamo, è al centro di una lunga e dura battaglia legale, che vede i tre fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann indagati dalla Procura di Torino per truffa ai danni dello Stato ed evasione fiscale (principalmente per i lasciti della nonna Marella).
Curiosamente, negli elenchi sui beni degli Agnelli (che il notaio svizzero Urs von Gruenigen, anch'egli indagato, sta riscrivendo) in fase di analisi, e "retrodatati" come sostiene la Procura, di orologi non si parla. A parte uno da taschino che pare sia andato a Lapo. Possibile che la collezione sia finita nel patto transattorio del valore di un miliardo e 300 milioni con cui Margherita, di fatto, ha rinunciato alla Fiat e buona parte dell'impero economico (salvo poi "sorprendersi" a pensare esistessero beni all'estero?).
Di certo non sembrano essere finiti ai nipoti, che non sfoggiano orologi come status symbol. Lapo è stato visto spesso con un Hublot Big Bang Millennial Pink, realizzato con l'allora sua Garage Italia. John Elkann portava l'orologio da giovane, al polso destro, mentre oggi non sembra più usarlo (guarda evidentemente lo smartphone, caratteristico con una cover rosa, a mascherare intenzionalmente il marchio dell'apparecchio): sfoggia qualche braccialetto, alle volte di stoffa o di cotone, forse regali della figlia minore Vita. Per gli orologi vuoi vedere che tocca controllare nel "pacchetto" andato a Margherita Agnelli (in Svizzera)?
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