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La sentenza

Agguato con il machete a Mirafiori, condannati il Conte, il fratello e la modella

La pena più alta è toccata al 23enne Pietro Costanzia di Costigliole - Assolto il papà

Agguato con il machete a Mirafiori, condannati il Conte, il fratello, il papà e la modella

Pietro Costanzia di Costigliole dovrà scontare 12 anni e 6 mesi di carcere: è quanto deciso pochi minuti fa da Ombretta Vanini, giudice per l'udienza preliminare, al termine del processo celebrato con rito abbreviato (i pubblici ministeri Mario Bendoni e Davide Pretti avevano chiesto una pena di 14 anni). Il Conte, com'è diventato "famoso" nell'ultimo anno, è stato dichiarato colpevole del tentato omicidio del 23enne Oreste: lo ha colpito con un machete alla gamba sinistra, arrivando così in profondità da costringere i medici del Cto ad amputare sotto il ginocchio. Condannato anche il principale complice, il fratello Rocco: a lui la giudice ha inflitto 8 anni e 10 mesi (contro i 9 anni chiesti dai pm). «Per me è una sanzione assolutamente sproporzionata - dichiara l'avvocato Wilmer Perga, che assiste i principali imputati insieme ai colleghi Manuel Perga e Giuseppe Del Sorbo - Non ha tenuto conto del contesto, della personalità degli imputati, del risarcimento del danno: di niente. La negazione delle attenuanti generiche mi sembra fuori dal mondo, mi suona di sentenza esemplare. Ciò che una sentenza non dovrebbe mai essere: faremo sicuramente appello».

Era il 18 marzo 2024 quando due giovani in scooter hanno aggredito il 23enne in via Panizza, nel quartiere Mirafiori. Uno è sceso e lo ha colpito mentre l'altro teneva ferma la fidanzata della vittima. Poi, nel giro di pochi giorni, la Squadra mobile è riuscita a rintracciare e arrestare i due aggressori: il conte Pietro Costanzia di Costigliole, 24 anni, e suo fratello Rocco, 22.

Secondo la procura, il colpo con il machete avrebbe potuto uccidere Oreste. Per questo i pm hanno contestato il tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi: i fratelli avrebbero colpito per vendicare le avances sessuali che la vittima aveva fatto alla fidanzata del Conte. Anche se, sullo sfondo, ci sarebbero anche questioni legate allo spaccio di droga. Infatti anche Oreste è finito a processo per spaccio e poco fa ha patteggiato una pena di 10 mesi.

L’inchiesta ha fatto emergere anche dei fatti precedenti, come quello del 24 gennaio a Nichelino, quando il Conte aveva preso a sprangate un ragazzo (poi costituito parte civile e assistito dall'avvocato Alessandro Dimauro mentre Oreste è difeso dall'avvocato Filippo Perlo). I due legali si dicono soddisfatti della sentenza, anche perché la giudice ha imposto risarcimenti per 20mila euro al ragazzo di Nichelino e di 200mila per Oreste: «A causa delle complicazioni, il mio assistito ha subito cinque operazioni, l'ultima solo due settimane fa - commenta Perlo - Quindi non troverà mai adeguato risarcimento per quello che gli è successo».

L'inchiesta, intanto, ha fatto emergere anche episodi successivi: Zahara Bao Rider, modella 22enne e fidanzata spagnola di Pietro, avrebbe dato 2mila euro alla figlia di un altro detenuto delle Vallette, in modo da far arrivare un cellulare a Pietro e Rocco. Insieme alla modella è finito nei guai Carlo Costanzia di Costigliole, 64 anni, padre dei due ragazzi condannati per tentato omicidio: erano accusati di aver creato insieme il falso contratto d’affitto di un alloggio di Madrid in modo che la ragazza risultasse convivente di Pietro e potesse fargli visita in galera. Per questo, oltre alle condanne per Rocco e Pietro, poco fa è arrivata anche quella a 10 mesi per la modella. Assolto, invece, Carlo Costanzia di Costigliole (per loro i pm avevano chiesto, rispettivamente, 6 mesi e 1 anno e 8 mesi). 

Sopra, Pietro e Rocco Costanzia di Costigliole con il padre Carlo. Con loro, il terzo da sinistra, c'è un terzo fratello, che si chiama anche lui Carlo ed è un noto attore in Spagna (ma non è coinvolto in questo processo). Sotto, Zahara Bao Rider oggi in tribunale accanto al suo avvocato, Manuel Perga

Gli altri imputati, difeso da Gianni Iacono, Debora Cavallo, Alessandro Bellina e Patrizia Godino, hanno scelto di patteggiare: 3 anni e 4 mesi a Stefano Beccu e Fabio Raimondo (accusati di concorso in tentato omicidio); 1 anno e 3 mesi a Fulvio Muccilli, anche lui amico accusato di aver aiutato i Costanzia (la fidanzata Sara Palin aveva già patteggiato in una fase precedente mentre un'altra amica, Giulia Coppola, ha ottenuto la messa alla prova per un’altra amica). Archiviata, infine, la posizione della cugina, all'epoca dei fatti fidanzata con un investigatore della Squadra mobile. E, mentre lui indagava sui fatti del 18 marzo a Mirafiori e aspettava i due fratelli davanti a casa loro, lei li avrebbe fatti scappare con la sua auto e li avrebbe aiutati a nascondersi. Ma si è "salvata" perché non sapeva che cosa avevano fatto: «Credevo che il mio ragazzo volesse solo notificargli una multa».

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