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AMICI ANIMALI
07 Giugno 2025 - 08:20
Appena ha intravisto un uccellino fuori dalla finestra, il gatto si è lanciato all’inseguimento. Un comportamento che sorprende molti proprietari, soprattutto se è appena stato nutrito. Ma la spiegazione è semplice: non si tratta di fame, ma di istinto predatorio. Anche se vive in appartamento, dorme sul divano e riceve pasti regolari, il gatto resta un predatore. Un carnivoro dotato di sensi acuti – olfatto, udito e vista – sviluppati per localizzare e catturare piccole prede. Il suo impulso alla caccia non è legato al bisogno di cibo, ma a un meccanismo evolutivo profondo, radicato nel comportamento della specie.
Secondo uno studio pubblicato su Ecosphere, i gatti domestici che cacciano uccelli, lucertole o piccoli mammiferi non lo fanno per alimentarsi. I dati mostrano che preferiscono il cibo fornito dagli umani e non utilizzano le prede catturate per soddisfare il proprio fabbisogno energetico. La caccia, quindi, ha una funzione diversa: mantiene attivo il cervello, allena le abilità motorie e serve a esplorare e controllare il territorio. Il comportamento può iniziare già nelle prime settimane di vita. Intorno ai 20 giorni, i gattini cominciano a inseguire tutto ciò che si muove: è un allenamento precoce alle dinamiche predatorie adulte. Anche da adulti, il gioco resta un surrogato della caccia, spesso l’unico consentito per chi vive in ambienti chiusi.
Il problema è che, anche se il gatto non mangia le sue prede, può comunque causare danni significativi alla fauna selvatica. Diverse ricerche hanno documentato l’impatto ecologico del comportamento predatorio dei felini domestici, soprattutto nelle aree urbane e suburbane, dove possono entrare facilmente in contatto con specie vulnerabili. Molti gatti, inoltre, portano a casa le prede come “regali”, un gesto spesso frainteso. Non è un segno di affetto o gratitudine: è parte di un comportamento di gestione della risorsa catturata. Per gli umani, convivere con un gatto cacciatore può essere problematico. Ma punirlo non serve: il comportamento predatorio non si elimina con il rimprovero, né si modifica con il solo cibo. L’unica strategia efficace è quella preventiva: stimolare il gatto con giochi che imitano la caccia, aumentare le occasioni di movimento e soddisfare il suo bisogno di esplorazione e controllo.
Il gatto non caccia per dispetto, e nemmeno per bisogno. Caccia perché è quello che la sua specie fa. Trattarlo come un animale “domestico” nel senso più limitato del termine – ovvero privo dei suoi istinti – è una distorsione antropocentrica. Per garantirgli benessere, fisico e mentale, è fondamentale accettare che resti, anche tra le pareti di casa, un predatore.
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