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Economia & lavoro
06 Giugno 2025 - 19:00
Foto di repertorio
L'artigianato piemontese sta cambiando radicalmente con l'andare avanti del tempo, e non in positivo. Negli ultimi dieci anni il numero delle imprese artigiane guidate da giovani under 35 si è ridotto drasticamente: dal 2014 al 2024 si contano 8.775 attività in meno, passando da 45.305 a 36.530. A lanciare l’allarme è Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino, che avverte: “Stiamo assistendo a un progressivo invecchiamento del tessuto imprenditoriale artigiano. Se non interveniamo per renderlo attrattivo e facilitare il passaggio generazionale, comprometteremo il futuro di un intero settore”.
I dati, elaborati da Unioncamere-InfoCamere e analizzati da Confartigianato Piemonte, dicono che solo nel 2024 le nuove imprese artigiane nate in Piemonte sono state 7.575, in calo di 388 unità rispetto al 2023, mentre 8.153 attività hanno cessato l’attività, portando a un saldo negativo di 578 realtà. Il tasso di crescita si attesta così al -0,5%, con un totale complessivo di 113.835 imprese artigiane attive a fine dicembre 2024. Ma oltre ai numeri, è l’aspetto demografico a preoccupare maggiormente. Solo in Piemonte, la percentuale di imprese giovanili sul totale è scesa dal 10,1% del 2014 all’8,7% del 2024. A livello nazionale, il settore artigiano ha perso oltre 47mila imprese giovanili, con un crollo del 28,1%.
“Serve un cambiamento di rotta – continua De Santis –. Oggi ci sono nuove opportunità nella transizione ecologica e nell’innovazione tecnologica, ma servono figure professionali specializzate: tecnici informatici, esperti in cybersecurity, bioedilizia, riparazione e rigenerazione, artigiani del benessere. È in questi settori che dobbiamo investire, offrendo ai giovani formazione, strumenti e visione”.
Confartigianato Torino, da tempo, lavora in questa direzione con corsi formativi pensati per insegnare ai giovani come fare impresa e affrontare le sfide burocratiche. L’ultima iniziativa, Val.E., mette a disposizione l’esperienza di manager e professionisti senior per accompagnare i nuovi artigiani nel loro percorso imprenditoriale. “Non basta raccontare l’artigianato – conclude De Santis –. Bisogna metterlo al centro dell’agenda politica. I giovani hanno competenze, creatività e una forte spinta verso l’innovazione. Sta a noi creare le condizioni per permettere loro di trasformare queste qualità in impresa”.
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