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Da prof a pompiere, Orrù è il nuovo capo dei vigili del fuoco: «Io pompiere per caso, ero insegnante»

Sardo, 60 anni, è il nuovo comandante provinciale di Torino e prende il posto di Alessandro Paola. «Piemonte? Terra complessa, specie per le alluvioni»

Francesco Orrù, 60 anni, nuovo comandante dei vigili del fuoco di Torino

Francesco Orrù, 60 anni, nuovo comandante dei vigili del fuoco di Torino

Da professore in un istituto tecnico a comandante dei pompieri«Vigile del fuoco? Lo sono diventato per caso, facendo il concorso post-laurea mentre insegnavo». Così si è presentato oggi, mercoledì 11 giugno, Francesco Orrù, 60 anni, sardo di Mogoro (4mila abitanti in provincia di Oristano), nuovo comandante provinciale di Torino che prende il posto di Alessandro Paola, comandante regionaleOrrù aveva già lavorato come vicario a Torino nel 2018-2019 e dal 2009 risiede con la famiglia ad Asti. Ha comandato a Cagliari, a Perugia e in ultimo a Genova. Da oggi dirigerà le operazioni dei pompieri sotto la Mole: «Tornare qui è come tornare a casa. È un comando molto complesso, ma metterò il mio impegno per migliorare i servizi. Sono una persona umile, ma molto determinata. Ci sono ottimi collaboratori sia tra i dirigenti che tra il personale operativo, che qui è altamente specializzato e si è visto anche nell'ultima alluvione. Cercheremo di lavorare principalmente come squadra».

Per Orrù il Piemonte «è un territorio complesso. Qui il problema principale è rappresentato dalle alluvioni che a causa del cambiamento climatico sono più intensive, per cui dovremo intervenire più velocemente». Sposato e con una figlia, Francesco Orrù ha lasciato la Sardegna a 44 anni, nel 2009, per trasferirsi ad Asti. Prima di diventare pompiere, appunto, ha insegnato per tre anni elettrotecnica in un istituto tecnico. «Ho apprezzato l'insegnamento grazie soprattutto a un professore del Politecnico», ha rivelato il neo-comandante provinciale. Poi però il richiamo del Corpo nazionale è stato più forte. Tra i tanti interventi, ha ancora impresso nella mente quello del 30 ottobre 2016, ad Amatrice, durante il terremoto che devastò il centro-Italia. «Allora ero comandante ad Alessandria. C'era il cambio turno alle 8 - ha ricordato - ma in quello stesso giorno c'era anche il cambio dell'ora e le squadre non sono andate all'ora prevista sotto gli edifici. Così si sono salvati e hanno potuto lavorare dopo. Sentivo tutto tremare, non sono nemmeno riuscito a stare in piedi».

Fondamentali i pompieri ma fondamentali, durante gli eventi critici, devono essere anche i cittadini. Così il neo-comandante: «Servirà tutta la loro collaborazione. Qualsiasi informazione, anche la più banale, ci sarà sempre utile. Un esempio? Anche conoscere in anticipo il piano di un edificio che sta andando a fuoco, è utile. Così sappiamo se dovremo usare l'autoscala oppure no. Più informazioni avremo, meglio riusciremo ad intervenire con uomini e mezzi».

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