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Nuovo ospedale alla Pellerina? «Non potrà avere Radiologia»

Ennesimo allarme di Pro Natura che rilancia una localizzazione alternativa: «Ripensiamo a via Traves»

Un "rendering" satirico del nuovo ospedale realizzato dal Comitato Salviamo la Pellerina

Un "rendering" satirico del nuovo ospedale realizzato dal Comitato Salviamo la Pellerina

Nel nuovo ospedale della Pellerina non ci sarebbe posto per la Radiologia.

Pro Natura Piemonte tenta l’ennesima carta per fermare la realizzazione del contestato nuovo ospedale di Torino in un parco pubblico. Questa volta nel mirino finisce la “particolare” conformazione che dovrà avere la struttura per evitare il rischio di esondazioni del vicino fiume Dora: l’ospedale sarà infatti privo di piano terra, una sorta di “palafitta”.

Questo però rischia di avere una conseguenza inaspettata: «I tecnici radiologi - svela Emilio Delmastro, segretario dell’associazione ambientalista - hanno escluso la possibilità di collocare la medicina nucleare al primo piano, ricordando che in tutti gli ospedali tali impianti sono posti a piano cantina per ridurre la possibilità di diffusione delle radiazioni». Piano cantina che però alla Pellerina non ci sarà. Motivo per cui Pro Natura Piemonte rilancia l’ipotesi di un sito alternativo alla Pellerina: «E’ opportuno riaffrontare la possibilità di collocazione in via Traves» cioè nell’area dell’ex mattatoio.

Delmastro continua ricordando che «la soluzione su “palafitte” venne scartata per il previsto ospedale di Moncalieri, in quanto l’area ai confini fra Trofarello e Moncalieri si dimostrò inadatta, essendo la falda acquifera a quattro metri di profondità. Quindi l’ospedale è stato localizzato a Cambiano, località decisamente meglio servita da mezzi pubblici e su terreno che non presenta criticità rispetto alle falde acquifere». Il ragionamento ha una conclusione sottintesa: se è stato possibile spostarsi da Moncalieri a un sito più idoneo, perché non fare altrettanto con la Pellerina? «Pro Natura Piemonte chiede alla Commissione regionale Sanità una valutazione di questa importante decisione per indurre il Comune di Torino a un ripensamento di scelte che sembra voler imporre».

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