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L'ira dei commercianti di Torino dopo il blackout: «Abbiamo migliaia di euro di danni»

Ristoranti, bar e negozi pronti alla class action: «Non abbiamo lavorato, ora serve un indennizzo»

Il blackout ha messo in ginocchio i commercianti

Il blackout ha messo in ginocchio i commercianti

C’è chi chiederà molti soldi. Come Saudade, ristorante di piazza Vittorio che ha diffidato Comune e Iren. «Ci sono stati 15mila euro di danni», precisa Gino Arnone, avvocato del titolare. Ma anche Ascom domanderà un indennizzo dopo il weekend dei blackout che ha messo in ginocchio il commercio. Di tutta la città, in special modo del centro. Si calcola che sabato l’assenza di corrente abbia interessato 200mila abitanti, mentre domenica è andata peggio non tanto per i torinesi che hanno patito disagi (180mila), quanto per la durata del blackout che si è protratto dalle 14.50 fino a mezzanotte, nove ore in tutto. E proprio domenica, in piazza Castello c’era il concerto di Radio Kiss Kiss. Lì però la corrente non è mai saltata. E le polemiche, a proposito, non mancano.

«Chiediamo i danni»
«Il ristorante ha annullato 130 coperti, con la perdita dell’intero incasso previsto per la fascia oraria di massimo afflusso settimanale. Poi sono stati buttati oltre 100 chili di carne e materie prime freschissime». Parole di Gino Arnone, avvocato del titolare del ristorante Saudade in piazza Vittorio. «Non si tratta solo di una perdita economica - prosegue Arnone - ma di un tema di responsabilità oggettiva. Chi opera nella ristorazione è soggetto a standard stringenti a tutela della salute. In assenza di energia elettrica, l’unica scelta possibile è stata lo smaltimento dell’intera scorta. È evidente che i soggetti preposti al servizio devono rispondere di quanto accaduto». Da piazza Vittorio a via Palazzo di Città, le cose non cambiano, «Ho perso 80 clienti, ne ho mandati via 30 a pranzo e 50 a cena. Ho buttato via pesce e carne e il danno è di 10mila euro», commenta Daniele Rotondi di Duomo Bistrot. Parecchio cibo l’ha gettato via anche Salvatore Barno di Daiichi, ristorante giapponese di via IV Marzo. «Pesce, verdure, carne, gelati. Ho buttato di tutto e ho perso 4mila euro», racconta.

In via Barbaroux, Mehran Sedaghat, titolare del ristorante iraniano St, si sfoga: «La luce è tornata a mezzanotte e mezza, ho lavorato solo al mattino. Ho gettato via cibo e non funzionava il Pos». Non solo ristoranti, perché a patire sono state anche le farmacie. Come la Regia farmacia di via XX Settembre. «Ho rischiato di perdere medicinali del valore di migliaia di euro. E poi la serranda non funzionava. Senza contare le transenne per il concerto, che hanno chiuso la via. Con i grandi eventi, c’è sempre un problema», così il dottor Luca Monchiero. «I blackout estivi non sono una novità - afferma Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom - e stupisce che anche quest’anno il sistema elettrico non fosse pronto ad affrontare un caldo annunciato da settimane. Molte attività sono rimaste senza corrente anche per 10 ore. Serve un indennizzo».

I numeri del blackout
Il blackout ha fatto danni anche perché le utenze interessate sono state molte. Nella notte tra sabato e domenica Ireti ha gestito 26 guasti a macchia di leopardo dalle 22 di sabato quasi esclusivamente sulla rete di media tensione. Complessivamente, sono state interessate dal blackout 67mila forniture (200mila abitanti) con durata non oltre le due ore nei casi più critici. Domenica è andata peggio: 15 i guasti con un picco di 7mila utenze alle 14.59, e soprattutto con ancora 2.500 utenze al buio fino a mezzanotte e un quarto. In tutto, sono state interessate dal blackout 60mila forniture (180mila abitanti).

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