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LA SENTENZA

Poliziotti sotto accusa: diverse condanne e un’assoluzione per il caso Dora Vanchiglia

Sequestro di persona, rapina, falso e irregolarità nei verbali. Agenti accusati di pressioni su un confidente e uso di metodi non autorizzati durante un’operazione antidroga

Poliziotti sotto accusa: diverse condanne e un’assoluzione per il caso Dora Vanchiglia

Si è concluso oggi in tribunale il processo con rito abbreviato che vedeva imputati agenti del commissariato Dora Vanchiglia e alcuni spacciatori coinvolti in un’operazione antidroga del 2020. La giudice per l’udienza preliminare, Giovanna De Maria, ha assolto per non aver commesso il fatto l’allora dirigente del commissariato, Alice Rolando, presente in servizio da pochi giorni e non coinvolta direttamente nell’operazione sotto accusa. All’uscita dall’aula, Rolando si è commossa definendo il procedimento «un calvario» che ha pesantemente influenzato la sua vita personale e professionale. Le condanne più pesanti sono state inflitte ad Agostino Caruso, con 3 anni e 10 mesi per sequestro di persona, rapina e detenzione illegale di arma, e a Elmehdi Touzi, spacciatore e confidente della polizia, condannato a 3 anni e 4 mesi; Touzi (difeso dall'avvocato Alberto Bosio) è anche parte civile nel processo, a cui sono stati riconosciuti 2.000 euro a titolo provvisionale. Simone Graziani è stato condannato a 1 anno e 10 mesi, mentre tra i poliziotti coinvolti, il sostituto commissario Roberto De Simone ha ricevuto una pena di 3 anni e 5 mesi, e l’assistente capo Danilo Ricci è stato condannato a 3 anni. L’indagine, coordinata dal pm Gianfranco Colace, era partita da denunce di pressioni indebite su un confidente, irregolarità nei verbali e arresti condotti con modalità scorrette. In particolare, l’operazione antidroga contestata vedeva gli agenti fingere di essere clienti per incastrare uno spacciatore, pratica riservata a pochi reparti con autorizzazioni specifiche, ma per la quale, secondo l’accusa, furono prodotti falsi verbali per giustificare l’attività. Touzi ha raccontato di essere stato legato mani e piedi e maltrattato con calci e pugni, minacciato di far finire in cella anche la compagna se non avesse fornito nomi e indirizzi di altri pusher. In un altro episodio, per garantirsi la collaborazione di Touzi in una successiva operazione, gli fu chiesto di consegnare della droga in cambio di denaro e della possibilità di fuggire.

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