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18 Giugno 2025 - 18:45
Dare voce a chi non ce l’ha, portare alla luce le storie di chi lavora senza tutele né prospettive. È questo l’obiettivo della campagna nazionale “No ai lavoratori fantasma” promossa dalla Uil, che oggi e domani fa tappa a Torino, in Piazza Castello. Secondo i dati, un quarto degli occupati ha un lavoro atipico, con contratti a termine o part time. Secondo Ires Piemonte, l’11% è precario da oltre cinque anni. E secondo i dati Inps, nel 2023 solo il 23,1% delle assunzioni è stato a tempo indeterminato: otto contratti su dieci sono precari, molti dei quali durano solo pochi giorni o settimane.
Emerge anche il dato sul part time involontario, che riguarda il 15,6% delle donne piemontesi, contro il 5,1% degli uomini. A questa instabilità si aggiunge un calo generalizzato dei salari reali: dal 2008 al 2024, in Italia sono diminuiti del 9%, mentre in Germania e Francia crescevano. Il risultato è che il 28,4% dei lavoratori piemontesi è a rischio povertà, secondo la Caritas.
“La precarietà – ha dichiarato Gianni Cortese, segretario generale Uil Piemonte – priva i lavoratori dei diritti più basilari: un mutuo, un affitto, un progetto di vita. Così i giovani perdono fiducia nel futuro e spesso scelgono di emigrare”. Grave anche il legame tra precarietà e sicurezza: “Tre infortuni su quattro colpiscono lavoratori precari, spesso non formati adeguatamente. Solo nei primi quattro mesi del 2025, in Piemonte, ci sono stati 26 morti sul lavoro, contro i 19 dello stesso periodo del 2024. A Torino i decessi sono raddoppiati: 16 contro 8”.
Per affrontare l’emergenza, la Uil chiede di limitare il ricorso ai contratti precari solo a esigenze straordinarie, come avviene in Spagna; di rinnovare i contratti collettivi scaduti, oggi oltre 6,2 milioni di lavoratori sono senza contratto aggiornato; di contrastare il lavoro nero, che nega diritti e tutele a migliaia di persone e di superare il sistema degli appalti al massimo ribasso, per garantire condizioni e salari dignitosi.
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