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SANITà

Bambino di Gaza cieco per una bomba. Miracolo alle Molinette: Assad ora vede

L'esplosione gli ha stravolto la vita: ha perso la mamma, la sorellina e la gamba destra

Operazione bimbo

Un’esplosione improvvisa ha stravolto la vita di Asaad, un bambino di 8 anni proveniente da Gaza, privandolo dell’amore della mamma e della sorellina, e lasciandolo con gravi ferite: l’amputazione della gamba destra, ustioni estese e la perdita della vista all’occhio destro.

Pochi giorni fa Asaad è arrivato a Torino, grazie alla missione “Food for Gaza” coordinata tra Regione Piemonte e Ministero degli Esteri, insieme ad altri due bambini, accolti presso l’ospedale Infantile Regina Margherita. Qui, il Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino, diretto dalla professoressa Franca Fagioli, ha immediatamente rilevato la gravità della problematica oculare e ha deciso di intervenire chirurgicamente con urgenza per evitare la perdita completa dell’occhio.

Le schegge dell’ordigno avevano colpito il viso e l’occhio, causando ferite a tutte le strutture oculari: cornea, iride, cristallino, vitreo e retina, con corpi estranei penetrati fino alla porzione centrale della retina posteriore.

L'OPERAZIONE 

L’intervento, eseguito presso il presidio Molinette dal professor Michele Reibaldi, direttore dell’Oculistica universitaria della Città della Salute e della Scienza di Torino. «Questa tipologia di intervento è estremamente complicata - spiega il professore - una chirurgia definita "pole to pole’" proprio perché si deve lavorare su tutto l’occhio dall’estremità anteriore a quella posteriore. Si è proceduto inizialmente riparando tutte le ferite alla sclera ed alla cornea provocate dall’ingresso delle schegge nell’occhio. Successivamente si è realizzata una ricostruzione della parte anteriore dell’occhio con una plastica dell’iride deformato dalle ferite, la rimozione della cataratta traumatica aperta e l’inserimento di una particolare lente intraoculare artificiale che si usa nei casi come questo, in cui non esiste più il supporto naturale del cristallino. Infine la parte più complicata: la vitrectomia per rimuovere l’emorragia nella parte posteriore provocata dal trauma ed asportare i corpi estranei presenti nel vitreo e sulla retina posteriore vicino alla zona maculare», descrive il professor Reibaldi.

Si è trattato di una vera sfida chirurgica, possibile solo grazie all’utilizzo delle tecniche più moderne come la visione 3D, l’utilizzo di vitrectomi di piccolo calibro e di lenti intraoculari sutereless di ultima generazione, ma soprattutto grazie alla professionalità e dedizione di tutto il personale sanitario che ha reso possibile l’intervento.

Il professor Reibaldi ha ringraziato la professoressa Franca Fagioli per «aver compreso la gravità della problematica e messo in atto tutte le procedure che hanno consentito di eseguire l’intervento in tempi rapidissimi, il dottor Maurizio Berardino che ha immediatamente dato il via libera alla chirurgia eseguendo in prima persona l’anestesia insieme alla dottoressa Vanda Di Nardo, permettendoci di eseguire un intervento delicatissimo come questo nelle migliori condizioni possibili, e non ultimo l’équipe infermieristica della sala operatoria che ha magistralmente supportato ogni momento della chirurgia. Ora Asaad sta molto bene. Grazie a questo intervento - conclude Reibaldi - potrà conservare il suo occhio e la sua vista. Il sorriso che ci ha regalato il giorno dopo l’intervento, appena gli è stata rimossa la benda, è stata una gioia immensa ed una speranza per il futuro».

L'ECCELLENZA TORINESE

Il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, insieme agli Assessori Federico Riboldi e Maurizio Marrone, ha sottolineato come l’eccellenza del Regina Margherita e della Città della Salute e della Scienza, unita alla professionalità del personale, faccia la differenza nella cura dei bambini, anche in casi così drammatici. Asaad, fuggito da Gaza con il papà e il fratello dopo aver perso la mamma e una sorella, ha trovato qui sicurezza, accoglienza e la speranza di una vita migliore grazie alle cure ricevute e a quelle future.

Thomas Schael, Commissario della Città della Salute e della Scienza, ha evidenziato il valore aggiunto della struttura nel mettere a disposizione tutte le competenze mediche e sanitarie necessarie per affrontare un caso clinico così raro e complesso. Queste competenze multidisciplinari saranno il cuore del futuro Parco della Salute, che integrerà in un’unica struttura i quattro presidi della CDSS.

La professoressa Franca Fagioli ha ricordato che, nell’ambito della missione “Food for Gaza”, sono stati accolti e assistiti tre bambini con le rispettive famiglie, grazie a un ponte creato tra l’ospedale Regina Margherita e i bambini di Gaza, con l’intermediazione delle forze diplomatiche e dei sanitari israeliani e palestinesi. Fin dai primi accertamenti l’ospedale ha attivato le sue eccellenze multidisciplinari per offrire le migliori cure. Il caso di Asaad è un esempio virtuoso di intervento all’avanguardia. Un ringraziamento speciale è stato rivolto alla rete di associazioni del terzo settore, in particolare UGI e Associazione Bambini Cardiopatici, che permetteranno di accogliere le famiglie. Ancora una volta, il Piemonte e il Regina Margherita si confermano modello di cooperazione internazionale e solidarietà.

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