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Torino: solo una fermata in città per l'aeroporto, Flibco denuncia limiti burocratici

Sfide burocratiche e innovazione: la battaglia di Flibco per una mobilità aeroportuale moderna a Torino

Il nodo dei trasporti a Torino: il caso Flibco e la sfida della mobilità aeroportuale

Un mezzo Flibco

Torino si trova in questo momento a fronteggiare una sfida cruciale per il suo futuro come hub turistico e commerciale: la mobilità aeroportuale. La vicenda di Flibco, azienda lussemburghese specializzata nei trasporti aeroportuali, mette in luce le difficoltà burocratiche che possono frenare lo sviluppo di servizi essenziali per cittadini e turisti. Infatti, nonostante l'autorizzazione ottenuta il 5 maggio 2023 dall'Agenzia per la Mobilità Piemontese, Flibco si trova ancora vincolata a una sola fermata cittadina in corso Vittorio Emanuele II n. 131.

Un vincolo che, secondo l'azienda, limita fortemente la capacità di offrire un servizio capillare ed efficiente. La richiesta di attivare fermate in aree strategiche, come la stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova, è stata respinta per evitare sovrapposizioni con i servizi di trasporto pubblico locale extraurbano, nonostante questi ultimi abbiano parzialmente adottato una logica commerciale.

L'evoluzione del servizio concorrente, passato da trasporto pubblico sovvenzionato a servizio a mercato, ha creato un contesto operativo sbilanciato. Il quadro normativo attuale non rispecchia più l'assetto competitivo originario, impedendo a Flibco di innovare e migliorare l'offerta per l'utenza e il territorio. La sospensione del collegamento ferroviario Torino-Caselle accentua l'urgenza di una visione integrata e moderna della mobilità da e verso l'aeroporto. Flibco sottolinea la propria disponibilità a dialogare con le istituzioni locali e regionali per contribuire a una mobilità aeroportuale più efficiente, innovativa e sostenibile.

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