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Sanità

Dalla sentenza all’offensiva, è subito polemica: «Solo uomini a decidere sulla Stanza dell'Ascolto»

Poli opposti in scontro: il destino del protocollo tra Sant’Anna e Movimento per la Vita divide la politica al centro del dibattito politico

Protesta fuori da Palazzo Lascaris

Protesta fuori da Palazzo Lascaris

Non hanno neppure finito di festeggiare, le opposizioni, per la chiusura della Stanza dell'Ascolto, nell'ospedale Sant'Anna. Che lunedì già l'assessore alla Famiglia Maurizio Marrone si riuniva con il collega con deleghe alla Sanità, Federico Riboldi, il direttore dell'Asl della Regione Piemonte Antonino Sottile, e le parti interessate, tra cui "Der Kommissar" di Aou Thomas Schael e la Federazione del Movimento per la Vita Claudio Larocca. Il tema: la riscrittura del protocollo siglato a novembre 2023 tra Città della Salute - di cui fa parte il Sant'Anna - e il Movimento per la Vita, di cui il Tar ha decretato, lo scorso 2 luglio, la chiusura. Lo sportello rivolto alle donne intenzionate ad interrompere la loro gravidanza, gestito dall'associazione Movimento per la Vita, non sarebbe legittimo.


Una sentenza strumentalizzata da entrambe le parti, perché se, da una parte, l’opposizione si era rallegrata di questa «vittoria del diritto di scelta delle donne». Dall’altra Marrone aveva parlato di una mancata precisazione del protocollo e della «necessità di prevedere la verifica dei requisiti di esperienza, professionalità e formazione dei volontari», dice. L’assessore aveva poi aggiunto che, anzi, così il protocollo ne usciva «più rafforzato che mai nella sua legittimità».


E ieri in Consiglio regionale, le nuove polemiche proprio a seguito della foto condivisa da Marrone, che ritrarrebbe «Soli uomini per provare a smentire il Tar», atttacca la consigliera di Avs Valentina Cera. Marrone, che non era presente, risponde con i numeri, continuando a difendere la sua posizione tramite una nota. «Un milione nel 2024, per il sostegno delle gestanti in difficoltà e la tutela materno-infantile, contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre all'interruzione di gravidanza”. Ricevute oltre 800 donne. Il servizio tornerà più organizzato che mai», promette.

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