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Il caso
12 Luglio 2025 - 04:20
Palazzo di Giustizia, foto di repertorio
Si è tenuta questa mattina alle 9 la prima udienza della causa intentata da Devis contro i suoi ex datori di lavoro della startup sociale Escape4Change, legata all’associazione Eufemia. L’ex dipendente ha denunciato un forte sfruttamento, conseguenze psicologiche gravi e un burnout provocato dalle condizioni lavorative. A maggio 2024 ha avviato la richiesta di risarcimento e di pagamento per ore non riconosciute, ma la proposta ricevuta è stata da lui definita “ridicola” e rifiutata. Il giudice ha formulato oggi una nuova proposta di risarcimento, ancora da valutare.
Il caso si inserisce in un contesto più ampio che coinvolge anche altre realtà del terzo settore. Le ex lavoratrici dell’associazione Eufemia, licenziate dopo proteste e scioperi, hanno dato vita a “La parte invisibile della città”, un progetto nato per denunciare situazioni di sfruttamento e dare voce a chi decide di parlare. Dopo un anno di battaglia, anche la loro vicenda si è conclusa con una conciliazione in tribunale.
Il progetto ha dato impulso ad altre mobilitazioni, come quelle dei lavoratori della Cooperativa Valdocco e di Almaterra, impegnati in scioperi e vertenze. Il terzo settore, spesso considerato immune da pratiche scorrette, si ritrova così al centro di un’attenzione crescente, alimentata dalle testimonianze di chi ha deciso di non restare in silenzio.
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