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riqualificazione urbana
14 Luglio 2025 - 19:30
Neve, Gliz e Aster lasciat in condizioni di degrado al parco Mennea
Le mascotte olimpiche di Torino 2006, Neve, Gliz e Aster, versano in condizioni critiche all’interno dei depositi comunali di via Buscaliotti e del Vivaio Regio Parco. Su Google Maps è persino presente un luogo con il nome "Neve, Gliz e Aster morti". Le statue, un tempo simboli dei Giochi Invernali, sono oggi troppo danneggiate per essere ricollocate nei parchi cittadini, dai giardini Pietro Mennea al parco Colonetti. E così, i dolci compagni dei ricordi d'infanzia di parecchi ventenni d'oggi hanno un epilogo malinconico e a tratti inquietante.
«È fondamentale che si riconosca l’importanza culturale e simbolica di Neve, Gliz e Aster, non solo come ricordo di un grande evento sportivo ma come patrimonio vivo della città - ha dichiarato la capogruppo di Forza Italia, Federica Scanderebech. -. Dopo anni in cui quasi tutte queste statue sono state trascurate e lasciate a se stesse, è doveroso che l’Amministrazione comunale metta in atto una strategia di tutela e valorizzazione, capace di restituire dignità a queste icone olimpiche». Nel suo intervento ha anche ricordato che già nel 2020, in risposta a una precedente interpellanza, erano stati annunciati interventi di recupero e valorizzazione rimasti però, a suo dire, senza seguito.
L’assessore Francesco Tresso ha comunicato in aula che le tre statue situate nel Parco Colonnetti sono in fase di restauro a cura di SMAT, e che verranno ricollocate nel sito originario al termine del cantiere in corso. Tuttavia, le altre mascotte custodite nei magazzini comunali risultano in avanzato stato di deterioramento e, secondo quanto dichiarato, non recuperabili. Al momento non esistono progetti o programmi specifici per la loro valorizzazione.
«E’ triste sapere che saranno lasciate al loro destino. Ma soprattutto, è necessario che si elabori un progetto concreto e ambizioso di valorizzazione che vada ben oltre la semplice pulizia o restauro», ha aggiunto la consigliera azzurra, concludendo affermando che «Serve una politica della cura e della valorizzazione che riconosca l’importanza di queste icone come volano di sviluppo culturale e turistico».
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