Cerca

Comune

Tra fantasmi e Tapiri ecco quanto lavora il Consiglio Comunale

Presenze atti presentati e fondi spese utilizzati dai nostri rappresentanti politici

Chi dorme, chi lavora...e chi diserta: l'operato dei nostri consiglieri

Con la seduta di domani, a porte chiuse, si può dire che le ferie sono alle porte, anche per i nostri quaranta consiglieri comunali, che ogni lunedì - salvo rare eccezioni - siedono nella Sala Rossa del Comune per portare avanti le istanze dei cittadini.
Quest’anno, poi, di interrogazioni a dir poco curiose ce ne sono state tante. Dalla ciclica richiesta - inascoltata - del Radicale Silvio Viale di rimuovere il crocifisso dalla Sala Rossa, a chi si improvvisa Valerio Staffelli per un giorno e consegna un tapiro d’oro all’assessora Chiara Foglietta per un qui pro quo comunicativo da parte di Gtt, alla corale “Torino è sporca”, di tutta l’opposizione. Non sono mancati neanche i colpi di scena, come la caduta del numero legale nel corso dei lavori, avvenuta ben tre volte dall’inizio del 2025. Una delle quali, a sorpresa, proprio per l’assenza di un membro della maggioranza. E le piogge di emendamenti in segno di protesta al rendiconto comunale dell’esercizio 2024. «Fallimento delle infrastrutture, scarsa attenzione alla tutela del lavoro e alla manutenzione delle strade», aveva denunciato la minoranza.
Insomma, un anno non semplicissimo, in cui i componenti del Consiglio, hanno dovuto sudarsi il loro compenso. Anche se, decisamente, qualcuno ha preferito dedicarsi ad altro. Vediamo il Consiglio in numeri.

[articlepreview]

Quanto guadagnano?
Il primo cittadino, a seguito dell’aumento previsto dal bilancio dell’ex Governo Draghi del 23%, dal 2022 è passato dagli 11.200 euro del 2022 ai 13.800 del 2024. Di conseguenza la Giunta, cui per legge spetta fino al 65% di quell’importo, arriva a quasi 9mila al mese lordi. Per i consiglieri le regole del gioco sono un po’ diverse. A differenza di sindaci e assessori, non percepiscono una vera e propria indennità fissa, ma ricevono compensi sotto forma di gettoni di presenza, corrisposti a seguito della partecipazione alle sedute del consiglio o delle commissioni. Liquidazioni che a Torino valgono circa 3.450 euro al mese. Un gettone, infatti, vale poco meno di 100 euro netti. Un sistema che premia la partecipazione, fino a un certo punto. Perché bisogna rimanere nel 25% dell’indennità spettante al sindaco. Quindi il massimo di sedute “liquidabili”, cioè pagabili ai consiglieri, tramite gettone, è ventinove. E un eccessivo zelo non sarà ricompensato.
Comunque non troppo male considerando che il gettone si guadagna per quarantacinque minuti (o la metà della durata delle commissioni, se meno lunghe di un’ora e mezza) di presenza.

[articlepreview]

Presenti e assenti
Sono in dodici - a destra e a sinistra - a non essersi perso neanche un giorno di Consiglio dall’inizio dell’anno: con 27 presenze su 27 consigli convocati. A destra a non mancare mai all’appello sono i due esponenti di Torino Bellissima Silvia Damilano e Pierlucio Firrao; di Forza Italia, Federica Scanderebech e Domenico Garcea; Enzo Liardo (FdI) e Andrea Russi (M5S). A sinistra, invece, ci sono Claudio Cerrato, Lorenza Patriarca, Simone Tosto e Pietro Tuttolomondo (tutti del Pd); Silvio Viale (Radicali) ed Emanuele Busconi (Se).
I più assenteisti, invece, sono due capigruppo dell’opposizione: Paolo Damilano (Torino Bellissima) con 6 presenze in Consiglio da inizio anno e il meloniano Giovanni Crosetto (nipote del ministro della Difesa Guido), con 8. Seguono poi i due esponenti della Lega, Fabrizio Ricca ed Elena Maccanti, entrambi con 17 presenze (ma con l’attenuante di incarichi paralleli rispettivamente in Regione e Camera dei Deputati).
In tutto ciò, il sindaco Stefano Lo Russo si posiziona quasi perfettamente nel mezzo: con 14 presenze dall’inizio dell’anno.

[articlepreview]

Quanto fanno?
Al di là della presenza, più o meno vigile (non è mancato, infatti, neanche chi lunedì scorso ne ha approfittato per un sonnellino tra un’interpellanza e l’altra), il Consiglio ha una composizione molto eterogenea anche in termini di attività. C’è chi “si applica di meno”, Come il consigliere Paolo Damilano, che da inizio anno ha presentato un solo atto - peraltro corale - discusso lo scorso 27 gennaio. E forse dalla mancata elezione alle Europee ha deciso di dedicarsi con maggior costanza alle sue cantine. C’è poi il sindaco Stefano Lo Russo, titolare di una sola proposta di mozione: quella per il conferimento della cittadinanza onoraria al neo campione di Wimbledon Jannik Sinner, ma il sindaco è un discorso a parte.
Di contro chi si “applica di più” sono Scanderebech (con ben 215 atti presentati) e Firrao (con 124).

I fondi spese
Infine, oltre a indennità e gettoni, i componenti del Consiglio possono anche godere di un fondo di supporto alle proprie attività, destinato ai gruppi consiliari e all’ufficio di presidenza. Una quota che varia di anno in anno in base al bilancio pubblico comunale. E che viene moltiplicata per ciascun componente del gruppo. Il più folto, quello dei democratici, gode di circa 31mila euro per i suoi 17 componenti. Circa 10mila, invece, per Torino Bellissima, composto da quattro consiglieri. Ma a sorpresa sono i gruppi consiliari più piccoli a spendere di più, come Torino Domani e Torino Libero Pensiero, che usufruiscono di una cifra tra i 500 e i 630 euro. I Moderati, che in due spendono circa 2mila euro tra periodici, cancelleria e convegni.
In definitiva, tra assenze strategiche e gettoni più o meno ben guadagnati, il Consiglio comunale di Torino riflette tutte le sfumature - virtuose e contraddittorie - della politica locale.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.