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Il caso
22 Luglio 2025 - 09:31
Alberto Cirio e Andrea Tronzano
La promessa elettorale è stata infranta. Il "taglierò l'Irpef", cavallo di battaglia della campagna elettorale del governatore Alberto Cirio, ha dovuto fare i conti con l'accorpamento dei due scaglioni reddituali più bassi voluto dal governo Meloni, che sulla Regione produrrebbe - in assenza di manovre - un mancato gettito stimato di 150 milioni di euro.
Così da ieri diventa ufficiale: l'aumento dell'Irpef, nell'aria da qualche mese e mai smentito - ma neanche confermato - dall'assessore regionale al Bilancio Andrea Tronzano, s'ha da fare. Ieri mattina la Giunta ha partorito la misura, già trapelata.
L'aumento riguarderà lo scaglione da 15 a 28mila euro (che passerà da un'aliquota di 2,13% a 2,68%) e quello da 28 a 50mila (da 2,75% a 3,31%). Invariate invece la fascia più bassa e la più alta (su cui già ricade l'aliquota maggiore, di 3,33%).
Una mossa che, assicura la maggioranza, vuole mettere i conti della Regione al riparo dai primi effetti avversi della riforma di Governo (che dovrebbero stabilizzarsi nel 2028) impedendo perdite sul bilancio già poco in salute della Regione. Ma già l'opposizione si prepara all'offensiva, dal momento che di fatto l'operazione porterebbe a un aumento per il ceto medio e medio-basso, che va dai 40 ai 110 euro l'anno.
Nel frattempo, in linea con la "lotta contro l'inverno demografico piemontese", l'assessore alla Famiglia Maurizio Marrone ha annunciato l'allargamento delle detrazioni alle famiglie con più di due figli, "rivoluzionando così il concetto di famiglia numerosa", spiega Marrone.
Finora, infatti, godevano di detrazione Irpef solo le famiglie con oltre tre figli, ma il concetto di famiglia numerosa, in una regione che ha come capoluogo una città in cui la maggior parte dei nuclei familiari è costituita da persone sole, va rivisto.
"Con la modifica potranno invece beneficiare di almeno 300 euro - 100 euro per figlio - di detrazione quasi il 9% delle famiglie", assicura Marrone.
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