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Il caso

Buche, mille multe al Comune: "A me hanno chiesto i danni"

La storia di Claudio, a cui dopo sei anni di processo, per via di una caduta su un tombino aperto, è stato chiesto di pagare oltre 50mila euro di spese processuali

E le buche restano lì...

E le buche restano lì...

Era il 2 settembre 2018. Se lo ricorda bene anche perché stava andando allo stadio e la partita Torino - Spal, a causa di un violento nubifragio, era rimasta sospesa per circa tre ore. Ma soprattutto perché di quella sera ancora paga le conseguenze. Claudio, titolare di un ristorante su via Filadelfia, a poco meno di 600 metri dallo Stadio Olimpico, è un punto di riferimento del quartiere Santa Rita. «Facevo da mangiare al settore giovanile del Toro», è una delle prime cose che rivendica con orgoglio. «Dall’incidente mi danno lo Xanax per dormire, questa cosa ancora mi martella», aggiunge poco dopo.

Complice il brutto tempo, infatti, quella sera l’uomo cade sul punto di un marciapiede di corso Sebastopoli, angolo via Tunisi, rimasto scoperto per alcuni lavori legati a un collegamento cavi della telecomunicazione, riportando danni alla mano destra, al ginocchio e al collo. Dopo una prognosi di circa un mese, sporge denuncia al Comune. Ma la questione si sposta sulla Tim, azienda responsabile dei lavori. E dopo una causa durata sei anni, arriva anche la beffa: «In primo grado mi dicono che il marciapiede era ampio e, in sostanza, che potevo evitarlo. Ma pioveva forte e non si vedeva nulla», spiega Claudio. «E come se non bastasse Tim mi cita, chiedendomi di pagare le spese legali: in totale 50mila euro».

Una cifra non da poco, considerando le spese processuali che l’uomo aveva già dovuto sostenere nel tempo (circa 7.500 euro) e i danni fisici, che lo hanno costretto per diversi mesi ad assumere un sostituto al lavoro. «Mi hanno messo la stecca alle dita. Io con le mani ci lavoro, come potevo fare?». La rabbia dell’uomo monta anche perché a nulla sono valse le richieste di aiuto in Comune e Circoscrizione 8. «Nella sostanza giri a vuoto. Sono molto deluso dal comportamento delle istituzioni. Il cittadino non ha voce in capitolo», si sfoga. Adesso attende l’inizio del secondo grado «ma sono stanco», ammette.

La storia si inserisce in un quadro di manutenzione delle strade torinesi sempre più precario. Dove le vie della città sono considerate sempre più pericolose (l’Icrs ha messo Torino al quinto posto per pericolosità stradale nel 2025) e crescono di pari passo le richieste di risarcimento danni da parte dei cittadini: in due anni quasi raddoppiate. Dagli ultimi dati forniti dall’assessore alla Manutenzione ordinaria di Palazzo civico Francesco Tresso, su interpellanza del vicecapogruppo di Torino Bellissima Pierlucio Firrao, nel 2024 le richieste di risarcimento arrivano a 1.033 (nel 2022 erano 551), di cui circa 831 correlate alle buche stradali. Con esso è raddoppiata anche la cifra sborsata dalla città: dai 166mila euro del 2022 ai 447mila del 2024. «Il motivo principale sono state le forti piogge, quasi il quadruplo della media nel 2024», era stata la risposta di Tresso, messo alle stretta da dati poco incoraggianti. Infatti a fronte di un aumento della spesa che sfiora i 6 milioni e che fa di Torino la quarta città d’Italia per spesa pro capite per la viabilità, le buche continuano ad aumentare: da 5.420 nel 2022 a 13.394 nel 2024.

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