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Il caso

Regione e commercio tutta al maschile? L'accusa alla Regione: "Escludete le donne"

La consigliera regionale del Pd Monica Canalis lancia l'accusa dopo la nomina della società partecipata Ceip

Parità di genere: l’Italia resta indietro sul lavoro femminile, ma crescono certificazioni e buone pratiche

Giorni fa aveva fatto scalpore l'immagine che vedeva ritratti sette uomini intorno a un tavolo per riscrivere l'accordo della Stanza dell'Ascolto del Sant'anna, l'area dedicata alle donne intenzionate a interrompere la loro gravidanza (gestita da un'associazione Pro vita). "Uomini chiamati a decidere dell'aborto", aveva tuonato in coro l'opposizione. 

E anche la Giunta regionale conta appena un quarto dei componenti di genere femminile: 3 su 14 (peraltro la terza, la sottosegretaria Claudia Porchietto, entrata nel team solo nel 2024).

La consigliera regionale di minoranza Monica Canalis (Pd), così, solleva il caso e denuncia: "Il centrodestra piemontese esclude le donne sia dagli organi di governo sia da quelli di controllo delle società partecipate".

Nel mirino le recenti nomine del Centro Estero Internazionalizzazione Piemonte (Ceip): Gabriele Mello Rella come membro effettivo e Angelo di Summa come Presidente del Collegio sindacale, Alfredo Poletti come rappresentante effettivo della Camera di Commercio.

Che questo "gap di genere", sia casuale o meno, per Canalis questo rappresenta un "segnale politico di scarsa fiducia e stima per le professioniste e le amministratrici della nostra Regione", e invita il presidente Alberto Cirio a "sanare il vulnus". "Così si viola lo statuto dello stesso Ente", aggiunge.  

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