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Il caso

Due sinti piemontesi dietro al colpo da un milione di euro a Bologna

Le indagini della Squadra Mobile hanno permesso di individuarli: sono stati entrambi arrestati

Due sinti piemontesi dietro al colpo da un milione di euro a Bologna

Due uomini legati a famiglie sinti del Piemonte, con base tra Torino e Vercelli, sono stati arrestati dalla polizia con l’accusa di aver messo a segno un furto di gioielli e preziosi per un valore di circa un milione di euro ai danni di un’anziana che vive a Bologna. I malviventi la tenevano d’occhio da un pezzo: conoscevano le sue abitudini, quando usciva e dove andava, quanto stava fuori e, soprattutto, a che ora potevano trovarla da sola a casa, senza nessuno a farle compagnia.
Il colpo risale a maggio scorso, quando la vittima, rientrata da sola nella propria abitazione dopo un’appuntamento, è stata avvicinata da due falsi carabinieri.
Uno dei due sinti indossava persino una casacca con la scritta “Carabinieri”.
I due si sono spacciati per militari dell’Arma impegnati in un controllo, riferendo alla donna che poco prima nella zona era stato commesso un importante furto e che i responsabili erano stati arrestati.
Spaventata, l’anziana ha creduto ai due malintenzionati e ha consentito loro di ispezionare casa, aprendo perfino la cassaforte dove custodiva i preziosi. Mentre fingevano di effettuare i controlli, i ladri si sono allontanati rapidamente portando via l’intera refurtiva. Gioielli, monili, orologi e preziosi per un valore totale di un milione di euro.
Solo in un secondo momento la vittima si è resa conto del furto che aveva subito. Le indagini della Squadra Mobile di Bologna, avviate subito dopo la denuncia, hanno permesso di ricostruire il modus operandi dei sospetti. I due si muovevano a bordo di una motocicletta con targhe contraffatte, utilizzata per spostarsi rapidamente tra i luoghi dei furti. La polizia ha anche scoperto che i malviventi si servivano di due camper vecchi e poco vistosi, uno con targa italiana e uno francese, come base operativa.
I mezzi appartengono a due famiglie sinti residenti in Piemonte, tra Torino e Vercelli: i camper venivano utilizzati per gli spostamenti a lunga distanza, mentre le moto consentivano di avvicinarsi alle vittime in modo discreto.
I due ladri sono stati fermati in provincia di Rimini durante un controllo. Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati strumenti da scasso, abiti usati durante i colpi, il gilet contraffatto con la toppa che arrecava la scritta “Carabinieri”, del denaro contante, parecchi preziosi e la motociclettan usata durante i colpi.
Entrambi gli uomini, già noti alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, sono ora detenuti nelle carceri di Rimini e Ravenna in attesa del processo.

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