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il caso

La Littizzetto sparisce dai social o si tratta di censura?

Sparito l’account da oltre 4 milioni di follower: tra sospetti di censura, polemiche e libertà d’espressione, resta il silenzio

La Littizzetto sparisce dai social o si tratta di censura?

Oltre 4 milioni di follower, 7.800 post, una rete di contatti tra artisti, attivisti e intellettuali – è sparito nel nulla. Nessun avviso, nessuna spiegazione ufficiale. Da giorni, la pagina non risulta più raggiungibile.

I fan si dividono tra ipotesi: oscuramento, sospensione da parte di Meta o decisione volontaria. Ma la teoria più accreditata è un’altra: la chiusura potrebbe essere legata alle sue recenti prese di posizione politiche, in particolare contro i bombardamenti a Gaza e l’intervento israeliano in Palestina.

La comica torinese – di origini canavesane, con famiglia a Bosconero – ha usato spesso Instagram come una piattaforma di satira civile. Nei mesi scorsi aveva pubblicato immagini drammatiche dalla Striscia di Gaza, denunciando il silenzio dell’Occidente e criticando apertamente il governo di Tel Aviv. I suoi post hanno generato forti reazioni: centinaia di migliaia di like, ma anche attacchi, accuse di parzialità e, secondo alcuni, segnalazioni di massa per far rimuovere i contenuti scomodi.

L’ultimo post pubblico noto risale ad aprile 2025, una battuta sul discorso del Re Carlo III. Dopo, il silenzio. Nessuna traccia, né conferme ufficiali.

La sua assenza dai social pesa, perché non era un profilo da selfie e promozioni, ma una finestra sul disagio, l’ironia e l’impegno civile. Dall’ascensore rotto nella casa della madre novantenne alle battaglie per i diritti LGBTQ+, dai migranti al disagio mentale, la Littizzetto raccontava il Paese con uno sguardo pungente ma umano.

Negli ultimi mesi, però, le polemiche sono aumentate. Il 9 marzo 2025, a Che Tempo Che Fa, aveva detto:

«Noi italiani facciamo cagare a combattere: da Caporetto alla campagna di Russia, non ne abbiamo azzeccata una».
Una battuta che ha scatenato la reazione del Tenente in congedo Pasquale Trabucco, che l’ha denunciata per diffamazione aggravata. La vicenda è ora all’esame del Tribunale di Milano. Per alcuni, come Beppe Cruciani, “era inevitabile”; per altri, come Luca Bottura, è “una deriva autoritaria”.

La Littizzetto è troppo sfaccettata per ridurla a una polemica. Nata a Torino nel 1964, cresciuta tra le latterie e il Conservatorio, è stata insegnante, comica, attrice, scrittrice e protagonista della TV. Dai locali torinesi a Che Tempo Che Fa, ha costruito una carriera unica, con ironia graffiante e impegno costante.

Negli ultimi anni era diventata anche una presenza fissa al Salone del Libro di Torino, coinvolta in incontri, presentazioni e dibattiti. Per l’edizione 2025 non si conosce ancora un suo eventuale ruolo, ma la sua voce resta centrale nel panorama culturale italiano.

Ora che quel profilo è sparito, resta una domanda scomoda:
è stato solo un glitch o l’ennesimo segnale che la satira, quando tocca i nervi scoperti del potere, rischia la censura?
E cosa dice questo, oggi, della libertà d’espressione?

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