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L'INTERVISTA

Il giro del mondo in biciletta... passando da Torino

Davide e Jill, una coppia di sposini: «Il nostro viaggio di nozze unico»

Girare il mondo in biciletta? Sì... passando da Torino

Un veneto e un’americana nella città sabauda: non è l’inizio di una barzelletta, ma la storia di Davide e Jill.
Scarpe da ginnastica, caschi, crema solare e si monta sul sellino. Così la coppia di 26 e 24 anni, girano il mondo in bicicletta. «Si parte dall’Europa poi chissà  Nell’itinerario, tappa imperdibile è Torino», raccontano.

Tutto è nato due anni fa. Jill, nata e cresciuta in Massachusetts, finita la scuola sente il bisogno di lanciarsi in un’avventura e parte per l’Australia, dove raccoglie frutta.
Nella stessa farm incontra Davide, italiano, partito dal Veneto per cambiare aria. Galeotte furono le ciliegie: così è iniziata la loro storia d’amore, ma nessuno dei due avrebbe mai pensato di ritrovarsi, nel giro di poco tempo, a pedalare tra terre sconosciute per il mondo.
«In realtà non sapevo niente di cicloturismo - racconta Davide - Ancora adesso non so esattamente riparare tutti i pezzi della mia bici. Sono cose però che stiamo scoprendo man mano».

Il 26enne svela il loro segreto: «È un modo di viaggiare che richiede sacrifici. La mia fortuna è fare tutto questo con Jill». I due innamorati, proprio poco prima di partire, si sono sposati. «Non tradizionale sicuramente, ma questo è un po’ il nostro viaggio di nozze».

Una luna di miele iniziata dalla Grecia un anno e mezzo fa e che, un po’ per caso, dopo quasi 5mila chilometri percorsi ha portato gli sposini a Torino.
«Non era una tappa prevista, e, abituati a spazi più naturalistici, eravamo un po’ scettici su una grande città. Invece ci ha stupiti tantissimo».
Ciò che ha colpito Davide e Jill è «la tranquillità torinese, la disponibilità delle persone, l’architettura, le piste ciclabili e spazi adatti ai ciclisti. E poi - aggiunge l’americana - a differenza di altre metropoli... non puzza».

Ma come si fa a girare il mondo in bicicletta?
Per affrontare un viaggio del genere «bisogna trovare dei compromessi - spiega Davide - Non si possono portare dietro troppe cose. Per sostenere le spese del viaggio, spesso ci fermiamo a lavorare qualche settimana nelle varie città, facendo la raccolta nei campi o i dogsitter».
L’itinerario, poi, è un continuo divenire, tra voglia di scoprire nuovi paesaggi e opportunità.
«Un giorno ci piacerebbe girare tutto il mondo così, dopo l’Europa puntiamo all’America. È un modo di vivere faticoso a volte, ma che regala tantissime soddisfazioni. Possiamo fermarci a vedere i panorami, conoscere gente, culture. Regala momenti importanti, unici, che ti fanno dimenticare la fatica della pedalata».
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