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INCENDI

L'Italia in fiamme, il Piemonte fa scuola

Mentre il Paese affronta un'emergenza roghi senza precedenti, la regione si conferma un'isola felice grazie a una strategia di prevenzione vincente

L'Italia in fiamme, il Piemonte fa scuola

In un'estate segnata da un'emergenza roghi a livello nazionale, il Piemonte si posiziona come un'isola di relativa tranquillità, dimostrando che una gestione oculata e strategica può invertire la rotta. I dati relativi ai primi sette mesi del 2025 sono emblematici: solo 23 ettari sono stati divorati dalle fiamme in tre distinti episodi, una cifra che prosegue il trend positivo già osservato nel 2024, anno in cui l'area bruciata si era fermata a 79 ettari.

La Regione ha fatto tesoro dell'esperienza passata, implementando un Piano Regionale Antincendi Boschivi (AIB) 2021-2025 che va ben oltre la semplice risposta alle emergenze. Il documento mira a una prevenzione proattiva, identificando le aree più vulnerabili e definendo interventi diretti e indiretti per mitigarne i rischi. La sua forza risiede nell'approccio olistico, che fonde la tutela ambientale con la presenza costante sul territorio, e coinvolge una rete di attori che va dai Comuni alle Comunità Montane, dalle Aree Protette ai carabinieri forestali e ai vigili del fuoco. Un ruolo centrale è assegnato anche alle comunità locali e alle pratiche agro-silvo-pastorali, considerate strumenti essenziali per mantenere il territorio in salute e ridurre la propagazione del fuoco.

La situazione piemontese contrasta nettamente con il drammatico scenario nazionale. Il report "L’Italia in fumo" di Legambiente dipinge un quadro allarmante: dall'inizio dell'anno al 18 luglio 2025, il Paese ha registrato 653 incendi, che hanno distrutto quasi 31.000 ettari. È una media impressionante di circa 3,3 roghi al giorno, con una superficie media per evento che supera i 47 ettari.

L'emergenza si concentra soprattutto al Sud e nelle Isole. La Sicilia si conferma la regione più colpita, con ben 16.938 ettari bruciati in 248 eventi, seguita da altre regioni meridionali come Calabria, Puglia, Basilicata, Campania e Sardegna. Nel resto d'Italia, soltanto il Lazio, la Provincia di Bolzano e la Lombardia figurano tra le zone più colpite. A destare ulteriore preoccupazione è l'impatto sulle aree protette: oltre 6.200 ettari della rete Natura 2000 sono stati ridotti in cenere, con gravi danni in Puglia, Sicilia e Sardegna. A ciò si aggiunge la lentezza nell'adozione dei piani AIB da parte di Parchi Nazionali e Riserve, con solo 8 su 24 attivi e pienamente operativi.

Il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, ha rimarcato che una lotta efficace contro gli incendi non può limitarsi alla fase emergenziale. Ha sottolineato la necessità di una strategia che integri prevenzione, monitoraggio costante, una gestione sostenibile del territorio e un controllo capillare. Ha inoltre invocato un inasprimento delle sanzioni e una decisa azione contro la speculazione edilizia che spesso segue gli incendi.

Il fenomeno degli incendi in Italia ha una forte componente criminale, come evidenziato dal Rapporto Ecomafia 2024. Il documento registra 3.239 reati ambientali legati ai roghi, con un impressionante 95% dei casi di natura dolosa, sebbene l'autore rimanga sconosciuto.

In risposta a questa crisi, Legambiente ha avanzato dodici proposte operative per migliorare la governance, la pianificazione e la repressione penale, e ha indicato cinque buone pratiche da estendere a livello nazionale. Tra queste, il modello piemontese di pianificazione integrata è stato esplicitamente citato come un esempio virtuoso da seguire, insieme a iniziative simili in Toscana e a un progetto innovativo in collaborazione con INWIT, che utilizza l'internet delle cose (IoT) per la prevenzione.

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