Arrestato a Genova l’assassino di Courage Amadin: lite per droga dietro l’omicidio del 30enne in corso Giulio Cesare
La vittima era un cittadino nigeriano regolarmente residente in Italia. Viveva nel quartiere Parella e frequentava quotidianamente la zona dove è stato aggredito
È stato rintracciato e fermato a Genova, nel quartiere Marassi, il presunto responsabile dell’omicidio di Courage Amadin, il trentenne di origine nigeriana ucciso a coltellate la sera del 30 luglio in corso Giulio Cesare 14, a Torino, nel quartiere Dora Vanchiglia, a poca distanza da ponte Mosca.
Si tratta di un connazionale della vittima, cittadino nigeriano, classe 1991, già individuato nei giorni successivi al fatto, ma sfuggito inizialmente alla cattura. A carico dell’uomo, secondo quanto emerso, la Procura di Torino – con il coordinamento della sostituta procuratrice Laura Longo - ha emesso un provvedimento di fermo il 1° agosto. L’operazione di arresto, dal principio altermine, è stata condotta dalla Squadra Mobile, sotto la direzione del dirigente Davide Corazzini. Secondo gli investigatori, l’omicidio si colloca in un contesto di conflittualità legata allo spaccio di stupefacenti nella zona. Quella sera, tra i due sarebbe nata una discussione, iniziata nei pressi di ponte Mosca e proseguita fino al portone del civico 14 di corso Giulio Cesare. Lì, l'aggressore avrebbe estratto un coltello e colpito quattro volte all’addome Amadin, che è poi deceduto sul posto. Il tutto è successo alla luce del sole. Non era ancora buio. L’assassino si è allontanato, riuscendo inizialmente a far perdere le proprie tracce.Le indagini si sono concentrate sin da subito su un sospettato noto agli inquirenti. Fondamentali sono state le immagini di videosorveglianza, insieme alle testimonianze raccolte sul posto, che hanno permesso di ricostruire con precisione i movimenti del presunto aggressore prima e dopo l’omicidio. Un primo intervento della polizia è avvenuto a Torino, nell’appartamento in cui il 34enne risultava domiciliato. All’arrivo degli agenti, l’uomo non era presente. L’abitazione era in disordine, con il pasto lasciato sul piatto e le luci ancora accese, a indicare una fuga avvenuta da poco. All’interno sono stati rinvenuti anche il monopattino presumibilmente usato per allontanarsi dal luogo del delitto, e un paio di scarpe: entrambi presentavano tracce di sangue compatibili con la scena del crimine. Le ricerche si sono quindi spostate su Genova, dove il sospettato è stato localizzato all’interno di un alloggio di fortuna, ospite di un altro cittadino nigeriano. Al momento del fermo, riportava una ferita da taglio all’avambraccio sinistro, verosimilmente compatibile con la colluttazione avvenuta durante l’aggressione. Courage Amadin, regolarmente residente in Italia con tutti i documenti e i permessi, viveva con la compagna e una figlia di tre anni in un piccolo appartamento nel quartiere Parella, che la famiglia avrebbe dovuto lasciare a breve per uno sfratto. La sua fidanzata era in attesa di un secondo figlio. In zona Aurora, dove si recava spesso, era conosciuto da molti. Da un paio di anni spesso frequentava proprio quell’angolo, sopra la Dora, una zona molto battuta da spacciatori e tossicodipendenti. Lo scorso anno era stato fermato con una modica quantità di marijuana: aveva dichiarato di trovarsi in difficoltà economiche.
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