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Il caso

Da distributore h24 a salone da barba: la nuova frontiera del degrado in città

In via Di Nanni le sedie del cinema all’aperto diventano postazioni per tagli illegali

Da distributore h24 a salone da barba: la nuova frontiera del degrado in città

Al posto della bottega di un macellaio adesso c'è un distributore aperto 24 ore su 24 nuovo di zecca, inaugurato appena qualche giorno fa. Un servizio in più per il quartiere, ma che si è trasformato in men che non si dica in un "salone da barba express”, totalmente abusivo. Accade in via Di Nanni 110, ad angolo con via Volvera, Borgo San Paolo, parte di quel triangolo di degrado che la Città ha provato a contrastare - per il momento con scarsi risultati - con la pedonalizzazione.
In una di queste occasioni è una residente - che preferisce rimanere anonima - a immortalare l'inusuale location per il taglio dei capelli. «Utilizzano anche le sedie della Circoscrizione 3 come postazione “parrucchiere e spaccio”», denuncia la cittadina.


Nell’area, infatti, nelle sere d’estate viene organizzato il “cinema sotto le stelle”. Un’iniziativa culturale promossa dal Comune e gestita dall’associazione culturale Zampanò, sfruttata però senza fare complimenti dagli abusivi.

«Doveva essere un luogo sicuro e accessibile e ora è il simbolo del degrado che avanza: schiamazzi, traffici sospetti, rifiuti, e un senso crescente di insicurezza per chi abita qui. Attività illecite svolte tranquillamente sotto gli occhi di tutti nella certezza dell’oggettiva carenza di controlli. I residenti sono stanchi», è lo sfogo della consigliera in quota Lega della Circoscrizione 3 Anna Vadalà.


«Torino non può chiudere gli occhi, neanche in estate: ogni giorno che passa, il quartiere perde un pezzo della  sua  sicurezza», aggiunge Vadalà.

L’area, infatti, è la stessa in cui ad aprile dello scorso anno un 25enne argentino era stato sgozzato al culmine di una lite con altre due persone. Nel frattempo, sulla segnalazione, è intervenuta anche la presidente della Circoscrizione 3 Francesca Troise. «Stiamo cercando una soluzione», racconta Troise. «Le sedie erano state legate dopo essere state trovate fuori posto qualche settimana fa», riferisce invece Massimiliano Nicotra, presidente di Zampanò, contattato da Troise per verificare lo stato degli arredi. «Ma non sappiamo se siano state sottratte senza che ce ne accorgessimo», conclude Zampanò.

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