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Ambiente
19 Agosto 2025 - 11:20
Il Piemonte è una delle poche regioni italiane che possono vantare un bilancio energetico in attivo: nel 2023 ha prodotto 25,3 terawattora (TWh) di elettricità, a fronte di consumi interni pari a 22,2 TWh. In altre parole, l’energia immessa nella rete nazionale è stata superiore di circa 3,1 TWh rispetto al fabbisogno locale. Una cifra che corrisponde, tanto per dare un’idea, al consumo annuo di tutte le abitazioni della città di Torino. Un dato che racconta bene come la regione, storicamente legata alle sue dighe alpine, stia continuando a sfruttare il patrimonio idrico e a investire sempre più nel fotovoltaico. Oggi le fonti rinnovabili coprono il 36% della produzione elettrica regionale: poco più di un quinto arriva dall’idroelettrico, quasi un decimo dal solare, mentre quote minori sono generate da bioenergie ed eolico.
Guardando ai consumi, si possono fare dei semplici paragoni per comprendere la portata di questi dati. Con i suoi 22,2 TWh, il Piemonte consuma ogni anno l’equivalente di 11 milioni di frigoriferi domestici accesi 24 ore su 24 per dodici mesi. L’industria resta il settore più energivoro, con circa la metà della domanda complessiva, seguita da terziario (29%) e famiglie (19%). Parallelamente, sul fronte più ampio dell’energia (gas, carburanti, calore), il Consumo Finale Lordo (CFL) ammontava nel 2022 a 9.057 ktep. Un numero che, tradotto, significa energia sufficiente per alimentare oltre quattro milioni di automobili per un anno intero.
Eppure, a fronte di questi primati, il Piemonte resta parte della Pianura Padana, uno dei bacini più inquinati d’Europa. Qui le emissioni da traffico, riscaldamento e industria si sommano a una conformazione geografica che favorisce l’accumulo di smog. Torino, in particolare, compare ai vertici delle classifiche europee delle emissioni di CO₂: 23 milioni di tonnellate all’anno, che la collocano al 52° posto nel mondo e al settimo in Europa, davanti a città come Amburgo e Rotterdam. Il risultato è un paradosso: una terra capace di esportare energia e contribuire così al fabbisogno nazionale, ma che non riesce ancora a garantire ai suoi cittadini l’aria pulita che meriterebbero.
La sfida per i prossimi anni avrà più finalità: continuare ad aumentare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, e allo stesso tempo ridurre le emissioni inquinanti legate soprattutto alla mobilità e al riscaldamento. Solo così il Piemonte potrà trasformare il suo attivo energetico in un attivo anche per la salute dei suoi abitanti.
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