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Primati torinesi

Perché a Torino si trova il Museo Egizio più importante al mondo fuori dal Cairo?

Conserva oltre 40mila reperti archeologici, di cui circa 7mila esposti al pubblico, coprendo un arco temporale di oltre tre millenni

Perché a Torino si trova il Museo Egizio più importante al mondo fuori dal Cairo?

Il Museo Egizio di Torino, fondato nel 1824, è riconosciuto universalmente come la maggiore istituzione dedicata all’antico Egitto al di fuori del Cairo

Il Museo Egizio di Torino, fondato nel 1824, è riconosciuto universalmente come la maggiore istituzione dedicata all’antico Egitto al di fuori del Cairo. Conserva oltre 40mila reperti archeologici, di cui circa 7mila esposti al pubblico, coprendo un arco temporale di oltre tre millenni: dalle epoche predinastiche all’età tolemaica e romana. La sua presenza a Torino è il risultato di precise strategie politiche sabaude e dell’opera di studiosi che legarono indissolubilmente la città alla ricerca egittologica.

Il primo nucleo della collezione si deve a Carlo Felice di Savoia, che nel 1823 acquistò oltre 5mila reperti raccolti dal console Bernardino Drovetti, piemontese di nascita e protagonista delle campagne napoleoniche in Egitto. Statue, papiri, stele, sarcofagi e manufatti vari andarono a costituire il primo museo egizio della storia. L’importanza scientifica dell’istituzione crebbe esponenzialmente tra il XIX e il XX secolo grazie all’attività di Ernesto Schiaparelli, archeologo piemontese nominato direttore del museo torinese nel 1894.

Schiaparelli, sostenuto dal Ministero della Pubblica Istruzione del Regno d’Italia, organizzò a partire dal 1903 una serie di missioni ufficiali denominate Missione Archeologica Italiana in Egitto. Tra il 1903 e il 1920 condusse scavi sistematici nei principali siti dell’Alto Egitto (Tebe, Deir el Medina, Assiut, Gebelein), introducendo metodi innovativi di documentazione fotografica e catalogazione. I reperti ottenuti — oltre 26mila pezzi nuovi — furono portati quasi interamente a Torino per arricchire la collezione esistente, dando al museo un primato internazionale.

Scavi lungo il pendio della montagna, sul lato destro del tempio della dea Hathor

Tra le scoperte più rilevanti si annoverano la tomba intatta di Kha e Merit (1906), con corredi completi di uso quotidiano, e le importanti sepolture della Valle delle Regine, tra cui la tomba della regina Nefertari, moglie di Ramses II (1904). Tali ritrovamenti permisero al Museo Egizio torinese di superare per quantità, qualità e stato di conservazione collezioni coeve come quelle del Louvre o del British Museum.

Oggi il Museo Egizio è diretto dall’egittologo Christian Greco ed è gestito dalla Fondazione Museo delle Antichità Egizie. Nel 2023 ha superato un milione di visitatori, posizionandosi tra i primi dieci musei italiani per flusso turistico, e nel 2024 ha celebrato i duecento anni dalla sua fondazione con mostre, programmi di ricerca e nuovi allestimenti. Il primato torinese è quindi il risultato di scelte politiche sabaude, investimenti pubblici e scientifici di lungo periodo e dell’opera di studiosi come Schiaparelli, che hanno legato indissolubilmente la città di Torino alla storia dell’antico Egitto.

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