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Primati torinesi

Torino è famosa per il cinema, ma non (solo) per il Museo

A fine Ottocento la città fu teatro della prima proiezione pubblica italiana: il 7 novembre 1896, presso l’ex Ospizio di Carità in via Po 33

Torino e il cinema

il Museo Nazionale del Cinema nella Mole Antonelliana (dal 2000)

Il legame tra Torino e il cinema ha radici profonde e documentate. La città ospitò la prima proiezione pubblica italiana il 7 novembre 1896 negli spazi dell’ex Ospizio di Carità di via Po 33, nell’area oggi occupata dal Palazzo degli Stemmi. L’evento, organizzato dal fotografo torinese Vittorio Calcina, rappresentante in Italia della società dei fratelli Lumière, propose a un pubblico selezionato una ventina di cortometraggi: opere dei Lumière e filmati girati da Calcina stesso, in particolare immagini ufficiali della famiglia reale di cui era fotografo. Lo spettacolo durava circa venti minuti, aveva un costo popolare di 50 centesimi e riscosse grande interesse.

 Pubblicità degli spettacoli di Via Po 33

Quella saletta rimase attiva fino al 3 marzo 1897 come “Kinematografo Lumière”. Successivamente, chiusa la sede di via Po (poi distrutta da un bombardamento), Calcina proseguì le proiezioni alla Birreria Sala di via Garibaldi 10, contribuendo a diffondere la “fotografia animata” in città.

Vittorio Calcina effettua la prima ripresa di un papa (Leone XIII), 1896

Nei primi del Novecento fu un altro torinese, Arturo Ambrosio, anch’egli fotografo ufficiale di Casa Savoia, ad aprire in via Po 21 il suo primo cinema. Nel 1906 rilevò il “Cinema per le famiglie” di Giuseppe De Ronzier, rinominandolo Ambrosio Biograph, che dal 1913 venne trasferito in corso Vittorio Emanuele II in una sede più ampia e lussuosa. Nel 1941 la sala in via Po fu ristrutturata e ribattezzata Cinema Po, divenuto poi nel 1985 King Kong Cinestudio. Oggi quegli spazi ospitano il locale Blah Blah, che mantiene sporadicamente proiezioni, accanto ad attività di ristorazione e musica dal vivo.

Immagine dell'Ambrosio Film in corso Vittorio

Parallelamente, Torino si impose come capitale del cinema muto con case come Ambrosio Film e Itala Film, quest’ultima produttrice nel 1914 del kolossal Cabiria di Giovanni Pastrone, considerato tra i primi grandi film della storia mondiale.

Interni dei teatri di posa della Itala Film

La città detiene anche altri primati nell’esercizio cinematografico: il Cinema Romano di Galleria Subalpina divenne nel 1971 il primo cinema d’essai in Italia, mentre nel 1983 il Cinema Eliseo fu ristrutturato come prima multisala italiana, entrambe iniziative promosse da Lorenzo Ventavoli.

Oggi Torino è tornata ad avere un ruolo di rilievo grazie a istituzioni e strumenti culturali: il Museo Nazionale del Cinema nella Mole Antonelliana (dal 2000), la Film Commission Torino Piemonte che favorisce produzioni nazionali e internazionali, e il Torino Film Festival, nato nel 1982 come Festival Cinema Giovani, tra i più importanti del settore in Italia.

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