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Vita politica

"Il sindaco difende l'illegalità": l'attacco del ministro a Lo Russo

Scontro aperto dopo la difesa del patto con Aska, duro il ministro Zangrillo; Montaruli (FdI): "Non lasceremo nulla di intentato"

Da sinistra Stefano Lo Russo, Mattia Aguzzi, cavaliere di Torino, Paolo Zangrillo

«Il sindaco vuole non solo ignorare, ma anche contraddire in modo palese quelle che sono le leggi dello Stato. Anche i torinesi sono stanchi di vedere pezzi di città consegnati a chi non ha nessun rispetto delle regole della civile convivenza». La “strigliata” nei confronti del sindaco della città Stefano Lo Russo arriva direttamente dal ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, dopo le ultime dichiarazioni del primo cittadino torinese, giovedì scorso.

Rispondendo a quanti - soprattutto a destra - avevano colto l’occasione del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo a Milano per ripartire all’attacco anche su Askatasuna, Lo Russo aveva ribadito: «Noi siamo sempre stati coerenti nel nostro percorso coraggioso di uscita dall’illegalità». Difendendo, così, il patto di collaborazione stipulato con il gruppo di “storici” del centro di corso Regina 47, lo scorso marzo. E al contempo ”pungola” chi dalla Lega insiste sullo sgombero di Aska, facendo notare come nel 1993 Salvini avesse definito il Leoncavallo un luogo “a posto”. «La Lega vuole giustificare le "conversioni" del suo segretario, lo capisco, noi invece siamo sempre stati coerenti», afferma Lo Russo.

Ma tempo neanche 24 ore per scatenare la secca replica del ministro: «Torino ha bisogno di coraggio politico e di sgomberi immediati, non di un sindaco che cerca consenso trincerandosi nell’immobilismo, mentre la città vive quotidianamente problemi concreti di sicurezza», dice. Dura anche la replica dell’onorevole Augusta Montaruli (FdI), che insieme al suo partito ha presentato due ricorsi al Tar contro il centro sociale: «Aska esporta il suo modus operandi, com’è successo in Val di Susa. Non lasceremo nulla di intentato».

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