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La scoperta
26 Agosto 2025 - 08:30
Una ricerca internazionale guidata dall'Osservatorio Astrofisico di Torino ha gettato nuova luce sulla formazione di Giove, il gigante gassoso del nostro sistema solare. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Scientific Reports, propone una datazione precisa dell'origine del pianeta più grande del sistema solare: 4,5 miliardi di anni fa.
LA RICERCA TORINESE CHE RISCRIVE LA STORIA DEL SISTEMA SOLARE
Il team di ricerca, coordinato da Diego Turrini dell'Istituto Nazionale di Astrofisica-Osservatorio Astrofisico di Torino e Sin-iti Sirono dell'Università di Nagoya in Giappone, ha infatti sviluppato un approccio innovativo per comprendere l'origine di Giove. Gli scienziati hanno concentrato la loro attenzione su un fenomeno particolare: la formazione di gocce di roccia fusa durante i primi momenti di vita del pianeta gigante.
Secondo lo studio, Giove iniziò la sua rapida crescita circa 4,5 miliardi di anni fa attraverso un processo estremamente dinamico. La potente attrazione gravitazionale del pianeta in formazione, infatti, iniziò a disturbare le orbite di piccoli corpi rocciosi e ghiacciati, simili agli attuali asteroidi e comete, chiamati planetesimi.
Questi oggetti cosmici, catturati dall'irresistibile forza gravitazionale di Giove, iniziarono a collidere tra loro a velocità straordinarie. L'energia cinetica di questi impatti era tale da provocare la fusione delle rocce e della polvere contenute nei planetesimi, creando goccioline di roccia fusa che fluttuavano nello spazio circostante. Si tratta di piccole sfere di dimensioni comprese tra 0,1 e 2 millimetri di diametro che possiamo ancora oggi osservare all'interno dei meteoriti che raggiungono la Terra.
«I condruli — così si chiamano queste goccioline — acquisiscono la loro caratteristica forma sferica nel corso di miliardi di anni», spiegano i ricercatori. Tuttavia, i processi che hanno portato alla loro conformazione rotonda avevano lasciato perplessi gli scienziati per decenni. La ricerca dell'Osservatorio di Torino ha quindi fornito per la prima volta una spiegazione convincente di come si sono formati questi microscopici testimoni del passato.
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