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Città della Salute

Tranchida al comando: dialogo, rigore... e migliaia di ore di ferie da recuperare

Tra i nodi al pettine del nuovo direttore sanitario gestione intramoenia, conti, e 800mila ore

Telenovela Molinette: Picco o Tranchida dopo  Schael. Ecco cosa sappiamo

Picco, Schael e Tranchida

«C’è tantissima carne nel piatto, da mettere ancora sul fuoco». Una metafora eloquente, quella che Clara Peroni, segretaria regionale Fp Cgil Medici, usa per descrivere l’attuale situazione di Città della Salute. Negli ultimi mesi scossa da vicende di natura sanitaria, ma non solo. Gli scontri sindacali, i bilanci da firmare, e i “soliti” nodi: le liste d’attesa, l’intramoenia, le ferie non godute. Fattori che hanno contribuito ad incrinare in modo irrimediabile il legame tra - l’ormai ex- commissario dell’Azienda Thomas Schael e l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi. Quasi una telenovela, con continui colpi di scena. Tre giorni fa l’ultimo atto. Con la Giunta che ha ufficialmente indicato il cuneese Livio Tranchida, già direttore del Santa Croce e Carle, alla guida di Città della Salute, con decorrenza: lunedì prossimo.

Ma Tranchida, che già dalle sue prime parole promette «dialogo e rispetto», oltre che «rigore nei conti», di temi scottanti di cui occuparsi ne avrà tanti. A partire dalla re-internalizzazione della libera professione. Un tema solo scalfito dal suo “ex”. «Probabilmente ci sono difficoltà nel reperimento degli spazi. Non ce l’ho con l’intrameonia allargata, ma su ciò che comporta. In alcune cliniche questo si traduce in una doppia fatturazione», spiega Peroni.

C’è poi il tema “conti”, su cui i sindacati reclamano chiarezza. «E’ il bilancio di casa nostra, non possiamo non esserne a conoscenza», sottolinea Peroni. In attesa che a metà settembre - se Tranchida dovesse confermarne l’utilità - i revisori si mettano all’opera, nell’ultimo mese sarebbe arrivata una marea di documenti sulle scrivanie dei sindacati medici - soprattutto dopo la condanna del Tar per condotta antisindacale nei confronti di Schael.

Tra i numeri spicca il monte orario di ferie non godute: 820mila ore eccedenti. Che la decisione di ridurre in modo progressivo le pronte disponibilità, cioè i turni di servizio, ma “a chiamata”, potrebbero fare crescere ancora di più. «Il timore è che siano poi gli altri a doversi sobbarcare le ore in più», continua Peroni. «Avevano annunciato la loro eliminazione entro la fine dell’anno, ma siamo preoccupati. Perché di pari passo servono delle assunzioni (non meno di 130, secondo il piano dell’Azienda, ndr), o al limite gettonisti interni. Altrimenti si aggrava ancora di più la carenza drammatica e cronica di personale che abbiamo», aggiunge Vladimir Erardi, segretario aziendale Cimo Fesmed. La stessa sigla sindacale che messa alle strette da un «livello di chiusura mai visto» con Schael, ora che con il commissario è finita ammette di tirare un grosso sospiro di sollievo.

Nonostante il faldone impegnativo che gli porgono sulla scrivania, però, sia Peroni che Erardi si dicono ottimisti sul nuovo “uomo di Cirio”. «I presupposti sono buoni. Auspichiamo una collaborazione duratura», dicono.

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