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Lo studio

L'Università di Torino rivoluziona il monitoraggio dei vulcani studiando i ghiacciai

Dall'Ateneo torinese una scoperta che può cambiare tutto: i ghiacciai come sentinelle naturali per prevedere le eruzioni vulcaniche più pericolose

L'Università di Torino rivoluziona il monitoraggio dei vulcani studiando i ghiacciai

Una scoperta che potrebbe rivoluzionare il modo di prevedere le eruzioni vulcaniche arriva dall'Italia. Un team di ricercatori dell'Università di Torino ha dimostrato che i ghiacciai sui vulcani non sono solo un ostacolo per gli studiosi, ma potrebbero diventare preziosi alleati per salvare vite umane.

Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Communications, ha analizzato 307 vulcani attivi in tutto il mondo e oltre 40mila ghiacciai. Il risultato è sorprendente: nell'80% dei casi, i ghiacciai che si trovano direttamente sui vulcani sono posizionati più in alto rispetto a quelli circostanti.

La spiegazione è tanto semplice quanto geniale. Il calore che sale dalle profondità dei vulcani - dalle camere magmatiche, dai gas ad alta temperatura - scioglie il ghiaccio più velocemente, costringendolo a "rifugiarsi" a quote più elevate dove fa ancora abbastanza freddo.

«Poiché la temperatura dei vulcani aumenta quando si avvicinano a un'eruzione, è plausibile che anche i ghiacciai reagiscano ritirandosi ancora di più» spiega il professor Matteo Spagnolo, coordinatore della ricerca. «Monitorare dove si trovano potrebbe aiutarci a capire quando un vulcano sta per eruttare».

QUANDO GHIACCIO E LAVA DIVENTANO MORTALI
Non si tratta di curiosità scientifica. Circa il 20% dei vulcani nel mondo è coperto da ghiacciai, e quando eruttano possono scatenare tragedie immani. Il caso più drammatico risale al 1985 in Colombia: il vulcano Nevado del Ruiz sciolse improvvisamente i ghiacci sulla sua sommità, creando una valanga di fango e rocce che uccise oltre 25mila persone.

Attualmente, per monitorare i vulcani gli scienziati guardano diversi segnali: il terreno che si deforma, i gas che escono, i piccoli terremoti. Ma nessuno di questi, da solo, basta per dire con certezza quando avverrà un'eruzione. Aggiungere i ghiacciai come "testimoni" potrebbe essere la chiave per avere previsioni più precise. Il metodo sviluppato dai ricercatori torinesi ha un grande vantaggio: può funzionare anche a distanza, usando i satelliti. Questo è importante perché molti vulcani si trovano in zone dove è difficile o costoso andare a fare misurazioni dirette.

Questa scoperta potrebbe cambiare il modo di proteggere milioni di persone che vivono vicino ai vulcani. Invece di essere un problema per gli studiosi, i ghiacciai potrebbero diventare sentinelle naturali, capaci di avvertire quando un vulcano si sta preparando a eruttare.

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