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Curiosità
04 Settembre 2025 - 12:05
Il Piemonte non è solo montagne, colline e borghi suggestivi: è anche una terra che custodisce un’incredibile varietà di formaggi, molti dei quali poco noti al grande pubblico. Dalle valli alpine alle colline delle Langhe e del Monferrato, il latte degli animali incontra l’abilità dei casari locali, dando vita a prodotti unici che raccontano storie di tradizione, territorio e passione.
Si dice spesso che in Piemonte il formaggio sia quasi una religione, e non senza motivo. La regione vanta ben sette DOP locali e contribuisce alla produzione di altre tre DOP interregionali, tra cui Grana Padano, Gorgonzola e Taleggio. Ma al di là dei nomi più famosi, esistono decine di varietà meno conosciute che meritano di essere scoperte. Non a caso, Bra ospita Cheese, l’evento internazionale di Slow Food dedicato alla “civiltà del latte”, simbolo dell’eccellenza casearia piemontese.
La diversità dei formaggi piemontesi riflette la geografia e il clima della regione. Al nord, le alte valli alpine offrono pascoli ricchi di erbe e fiori, ideali per la produzione di formaggi vaccini d’alta quota, come il Bettelmatt della Val Formazza, prodotto esclusivamente in nove alpeggi tra luglio e settembre. Le forme, grandi e dal colore giallo paglierino, racchiudono aromi delicati e complessi, frutto della flora alpina.
Scendendo verso le Langhe e il Monferrato, il paesaggio cambia: qui predominano i pascoli caprini e ovini. Il Cevrin di Coazze, formaggio caprino con una piccola percentuale di latte vaccino, nasce in Val Sangone con profumi intensi e un gusto morbido e burroso, dopo tre mesi di stagionatura.
Nel Cuneese si produce invece il Tumin dal Mel, una toma piccola e fresca che deve il suo nome al borgo di Melle. La lavorazione artigianale, tramandata di generazione in generazione, regala un formaggio dal sapore delicato, ma con note vegetali e latte fresco che evolvono con la maturazione.
Alcuni formaggi piemontesi sono veri e propri pezzi di storia. Il Montebore, delle colline tra Tortona e l’Appennino Ligure, si distingue per la sua forma a “castelletto” composta da tre o più cilindri sovrapposti. La leggenda vuole che fosse servito durante il matrimonio tra Isabella d’Aragona e Gian Galeazzo Sforza, con Leonardo da Vinci come maestro di cerimonie.
Il Castelmagno d’alpeggio, famoso fin dal XII secolo, ha rischiato l’estinzione a causa della crisi della pastorizia, ma oggi è tutelato dal Presidio Slow Food. Le forme stagionate per oltre 120 giorni sviluppano venature verdi naturali, che conferiscono al formaggio un carattere deciso e unico.
Non mancano formaggi caprini di eccellenza come il Roccaverano DOP, che prende il nome dall’omonimo comune astigiano. Prodotto da marzo a novembre, con 100% latte di capra, offre una consistenza cremosa e un gusto sapido, perfetto da abbinare a miele, bagnet vert o vini bianchi strutturati.
Dal Maccagno della Val Sesia al Plaisentif della Val Chisone, ogni formaggio racconta un pezzo di territorio, di storia e di cultura. Viaggiare per le valli piemontesi significa non solo ammirare paesaggi mozzafiato, ma anche immergersi in una tradizione casearia viva, fatta di alpeggi, pascoli, caseifici e famiglie che custodiscono segreti antichi.
In Piemonte, ogni formaggio è una piccola esperienza da vivere: dal primo assaggio alla visita dei luoghi di produzione, per comprendere come la natura e l’uomo possano insieme creare autentici capolavori del gusto.
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