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Il progetto

Il futuro dell'energia marina si studia al Politecnico di Torino

L'ateneo torinese partecipa al progetto europeo COIN per rendere l'energia delle onde una fonte rinnovabile competitiva

Il futuro dell'energia marina si studia al Politecnico di Torino

L'energia delle onde potrebbe diventare la prossima grande fonte di elettricità pulita. Dal 1° novembre 2025 partirà COIN (Control-Oriented INnovations for future wave energy farms), un progetto che vuole trasformare il movimento delle onde del mare in energia elettrica affidabile e conveniente.

L'Europa ha stanziato quattro milioni di euro attraverso il programma Horizon Europe per finanziare questa ricerca, che coinvolge nove università e aziende di tutto il continente, tra cui il Politecnico di Torino. L'idea è semplice ma rivoluzionaria: catturare la forza delle onde marine e convertirla in elettricità per le nostre case e industrie. 

Il progetto, coordinato da un'università tedesca, durerà quattro anni con un obiettivo preciso: portare questa tecnologia dal laboratorio al mondo reale, rendendola competitiva rispetto ad altre fonti di energia rinnovabile come il solare e l'eolico.

GLI STUDIOSI D'EUROPA SI RIUNISCONO PER DOMARE LE ONDE
Al progetto partecipano ricercatori e aziende di otto paesi diversi: oltre all'Italia con il Politecnico di Torino, ci sono Germania, Spagna, Francia, Portogallo, Danimarca, Regno Unito e Irlanda. Ognuno porta le proprie competenze, dalle università che studiano il mare alle aziende che costruiscono i dispositivi.

L'ateneo torinese, ad esempio, ha un compito importante: attraverso il suo laboratorio specializzato MOREnergy Lab, svilupperà i "cervelli elettronici" che controllano questi impianti marini. In pratica, si tratta di sistemi informatici avanzati che fanno funzionare le centrali nel modo più efficiente possibile e le fanno durare più a lungo. 

Nel complesso, invece, COIN punta su tre tecnologie innovative:

  • Ancoraggi intelligenti: nuovi sistemi per fissare gli impianti al fondale marino che si adattano automaticamente alle onde più forti, evitando rotture e danni;
  • Previsioni delle onde con intelligenza artificiale: una specie di "meteo marino" super preciso che prevede come si comporteranno le onde nei prossimi minuti, permettendo agli impianti di prepararsi e catturare più energia;
  • Controllo a distanza totale: ogni centrale avrà una "copia digitale" al computer che permetterà di controllarla, ripararla e ottimizzarla senza dover sempre mandare tecnici in mare aperto.

Per testare queste innovazioni, i ricercatori useranno CETO, un dispositivo sviluppato da un'azienda australiana. Completamente sommerso dall'acqua, CETO oscillerà avanti e indietro seguendo il movimento delle onde: in questo modo, riuscirà a trasformare in elettricità il moto ondoso e inviarla a riva attraverso cavi sottomarini. Il vantaggio di essere sott'acqua è che le tempeste in superficie non possono danneggiarlo, mentre continua a catturare energia dal movimento delle onde anche diversi metri sotto la superficie del mare.

L'OBIETTIVO: ENERGIA MARINA CONVENIENTE
Se tutto andrà secondo i piani, questa ricerca dovrebbe rendere l'energia delle onde molto più economica. I ricercatori sperano di ridurre i costi di produzione del 30%, rendendo questa fonte di energia competitiva con il carbone, il gas e persino con altre energie rinnovabili.

Considerando che l'Europa ha migliaia di chilometri di coste battute dalle onde, questa tecnologia potrebbe fornire elettricità pulita a milioni di persone. Il progetto si inserisce nel Green Deal europeo, il grande piano dell'Unione Europea per diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050.

Se i risultati saranno quelli sperati, fra qualche anno potremmo accendere le luci di casa con l'energia delle onde che si infrangono sulle nostre coste, con l'Italia e Torino in prima fila in questa rivoluzione energetica.

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