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Il caso
11 Settembre 2025 - 20:48
Stefano Lo Russo ha riferito in consiglio comunale su Askatasuna
Un’ordinanza del Consiglio di Stato riaccende gli animi su una una delle questioni politico-giuridiche più delicate di Torino. Nonché uno dei terreni, che insieme alla “battaglia suk sì/suk no”, vede Città e Regione chiaramente antagoniste.
Al centro c’è Askatasuna: il centro sociale “liberato” a febbraio dello scorso anno in nome di un Patto tra cittadini e Comune. «Un percorso coraggioso per uscire dall’illegalità», aveva ribadito il sindaco qualche settimana fa. Tanto audace quanto osteggiato.
Due i ricorsi presentati subito dopo. Il primo, dalla Regione, la quale sostiene che il patto violi la nuova legge regionale (emendata “ad hoc” dall’assessore regionale alla Casa Maurizio Marrone, tanto da essere ribattezzata “legge anti-Askatasuna”). Il secondo da parte dei consiglieri FdI della Circoscrizione 7, che ha portato alla richiesta di sospensiva cautelare. Cioè impedire le attività previste dal patto fino a che il Tar non si sia espresso.
Ora il Consiglio di Stato chiede, anzi, «ordina», «celere fissazione dell’udienza di merito per primari interessi pubblici». Il Tar, dunque, non potrà più limitarsi a un’interpretazione “costituzionalmente orientata” per escludere l’applicazione della legge regionale sui beni comuni, ma esprimersi nel merito.
Fratelli d’Italia esulta, parlando di un «chiaro segnale di attenzione nei confronti della complessità del tema». Di segno opposto la posizione del sindaco Stefano Lo Russo, che ridimensiona l’ordinanza: «È un passaggio tecnico. Fossi in Marrone sarei un “pelino” più prudente. Aveva lavorato molto, molto - sottolinea il sindaco - intensamente per fare una cosa difficilmente capitata nel resto d’Italia, modificare addirittura una legge regionale per impedire un legittimo atto amministrativo». «Segnalo - aggiunge con tono piccato - anche a chi ha aspramente criticato questa strategia che la cosa va avanti con discreto grado di successo. E questo dà fastidio a una certa destra reazionaria, che patisce questo percorso», conclude. Lo scontro resta aperto.
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