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La storia

A cento anni senza sostegno da 3 mesi: il portale Inps è ko e gli Oss “scoraggiati”

La famiglia di Oscar Giammarinaro degli Statuto è costretta ad anticipare 2.200 euro

A cento anni senza sostegno da 3 mesi: il portale Inps è ko e gli Oss “scoraggiati”

Cento anni da pochi giorni. Ma senza un’assistenza: né economica, né di altro tipo, per Luisa Copperi, almeno da luglio. La donna, residente a Borgata Lesna, nonostante un buono stato di salute per la sua età, avrebbe bisogno di assistenza continua.

«Cammina con il girello ma necessita di supporto per vestirsi e cambiarsi. Da luglio il contributo che le spetterebbe è stato bloccato e non è stato possibile avere neanche un’ora di assistenza». La denuncia arriva da Oscar Giammarinaro, figlio della donna e frontman del gruppo torinese degli Statuto.

Il contributo Home Care Premium (Hcp), prevederebbe infatti un sostegno economico dall’Inps ai casi di invalidità permanente e con Isee basso, come nel caso della donna. La famiglia lo riceveva da anni. In passato l’importo ammontava a circa 622 euro mensili, e aiutava a coprire parte delle spese, tra cui stipendio della badante, bollette, affitto e medicinali. «Insomma, ci consentiva di arrivare a fine mese», spiega l’uomo.

Da luglio 2025 però, con la nuova gestione del contributo, le regole sono cambiate e la somma è erogata su base trimestrale (non più mensile), costringendo le famiglie ad anticipare somme ingenti. Nel caso specifico oltre 2.200 euro, mettendo a dura prova il bilancio domestico.

A complicare il quadro la grande difficoltà nell'attivare le prestazioni integrative di assistenza. «Che il Comune dovrebbe garantire tramite cooperative, utilizzando risorse fornite dall’Inps. In città, però, solo una ha aderito. La cooperativa è però sommersa dalle richieste e il sistema digitale Inps per fissare gli appuntamenti risulta quasi inutilizzabile, con continui malfunzionamenti, bloccando le prenotazioni e creando disagi a decine di famiglie», sottolinea Giammarinaro.

Difficoltà riconosciute anche dal Comune: «Abbiamo aderito ma il nostro ruolo un po' mortificato - spiega l'assessore al Welfare Jacopo Rosatelli -. Ci limitiamo a caricate i nominativi dei professionisti e aggiornarli regolarmente. Ma rispetto al passato, adesso sono loro in prima persona a doversi "accreditare". Scoraggiandoli a collaborare».

E ancora una volta la burocrazia mette a rischio il diritto fondamentale all’assistenza dei più fragili.

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