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Sulle stelle
14 Settembre 2025 - 10:52
Dal polo industriale torinese alle officine ottiche del Veneto, passando per le piattaforme satellitari di Roma, l’aerospazio italiano attraversa oggi una fase di spinta internazionale. Alla base di questo impulso ci sono soggetti storici del territorio piemontese come Avio Aero e gli stabilimenti “Alenia”, oggi parte del gruppo Leonardo, ma anche un ecosistema di medie imprese e start-up - da Officina Stellare a piccoli fornitori specializzati - che stanno conquistando i mercati esteri. Torino non è soltanto la città dell’automotive. Negli ultimi decenni si è trasformata in un hub per la meccatronica applicata all’aerospazio. Qui operano Avio Aero, con sede e stabilimenti nella cintura torinese, nota per la produzione di componenti e sistemi motore per aeromobili, e le strutture legate al gruppo Leonardo, dove la tradizione Alenia ha lasciato competenze nell’avionica, nelle aerostrutture e nella manutenzione. In città è nata anche la Città dell’Aerospazio, progetto pubblico-privato pensato come hub di ricerca, formazione e sviluppo industriale.
Avio Aero si è impegnata nell'ultimo periodo per puntare a un vero e proprio rilancio europeo della propulsione. La sua partecipazione al Gcap Consortium, insieme a Rolls-Royce e altri partner, testimonia l’integrazione della filiera torinese nella supply chain paneuropea per i motori da combattimento di nuova generazione. L’azienda investe in programmi per turboprop e propulsione ibrida, puntando a soluzioni più efficienti e sostenibili sia per piattaforme civili che militari. Questa presenza sul territorio alimenta una catena di fornitori locali, rafforza l’occupazione specializzata e mantiene in Italia competenze di alto livello. Quando si parla di Alenia oggi si parla di Leonardo. Il gruppo, nel primo semestre del 2025, ha raccolto ordini per 11,2 miliardi di euro e ricavi per 8,9 miliardi, con un miglioramento della redditività e una revisione al rialzo delle guidance per l’anno in corso. Leonardo resta il perno del comparto aerospazio-difesa nazionale, con attività che spaziano dagli elicotteri alla sorveglianza, dai servizi satellitari all’elettronica. Nei suoi stabilimenti torinesi, eredi della tradizione Alenia, si concentrano attività di progettazione e integrazione fondamentali non solo per il mercato interno, ma soprattutto per le esportazioni e i progetti europei.
Accanto a queste realtà, un ruolo centrale lo gioca Avio S.p.A., azienda da non confondere con Avio Aero. Specializzata nei lanciatori Vega, la società ha appena annunciato un aumento di capitale fino a 400 milioni di euro, operazione che servirà a sostenere la crescita e lo sviluppo dei nuovi razzi Vega C e Vega-E. Nel primo semestre del 2025 i ricavi hanno toccato i 235 milioni di euro, in aumento del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un portafoglio ordini che sfiora 1,7 miliardi. La crescita è solida, ma richiede capitali freschi per scalare la produzione e mantenere la competitività in un mercato dominato da colossi internazionali. Il capitolo spazio è segnato anche dal ruolo di Thales Alenia Space, joint-venture tra Thales e Leonardo, che ha firmato contratti con l’Agenzia Spaziale Italiana per lo sviluppo di moduli destinati alle missioni lunari e a infrastrutture orbitali. A fianco c’è Telespazio, altro polo strategico che si muove nel campo dei servizi satellitari e della connettività. Sullo sfondo, l’Europa discute possibili maxi-aggregazioni industriali, con trattative che coinvolgono Thales, Airbus e Leonardo in vista di un polo satellitare da oltre dieci miliardi di euro.
Un aspetto sempre più rilevante è quello delle medie imprese tecnologiche, in grado di specializzarsi in nicchie ad alta innovazione. Officina Stellare, società vicentina, si è aggiudicata negli ultimi mesi commesse per una stazione ottica di terra in Germania, in collaborazione con il DLR, e un contratto con l’Università di Cipro per applicazioni di Lasercom e crittografia quantistica. L’azienda ha inoltre ottenuto una commessa da oltre tre milioni di euro con l’Agenzia Spaziale Italiana. Il co-fondatore Gino Bucciol ha sottolineato, in recenti interviste, la strategia che punta alle comunicazioni ottiche come segmento di crescita, facendo di Officina Stellare un player riconosciuto a livello europeo. Sul fronte difesa, MBDA ha avviato investimenti in Italia per potenziare la produzione missilistica e accorciare i tempi di consegna, in risposta all’aumento della domanda europea. La spinta alle capacità industriali italiane è dunque trasversale: dalla propulsione all’ottica, dalla missilistica ai servizi satellitari. Il quadro è positivo, ma non privo di rischi. La dipendenza dai grandi contratti pubblici può generare volatilità, la necessità di capitali freschi rimane evidente, e la concorrenza globale obbliga le imprese italiane ad allearsi in progetti europei sempre più complessi. Le prospettive, tuttavia, sono incoraggianti.
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