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Curiosità torinesi
14 Settembre 2025 - 23:15
Negli anni ’60, Torino si trasformò in un vero e proprio palcoscenico di innovazioni e celebrazioni, e tra le sue star c’era un mezzo di trasporto davvero speciale: l’autobus rosso a due piani. Se ricordate i double-decker di Londra, sappiate che anche la città sabauda ebbe il suo fiammante equivalente, tutto italiano, capace di lasciare un segno indelebile nella memoria di chi è cresciuto tra gli anni ’50 e ’70.
Era il 1961, anno del centenario dell’Unità d’Italia, e Torino ospitava l’Expo “Italia 61”, che attirò più di quattro milioni di visitatori da tutto il mondo. Per facilitare gli spostamenti verso l’evento, il Comune richiese alla Viberti la realizzazione di dodici autobus rossi a due piani. Con la base meccanica del camion Fiat 682 e un motore turbodiesel da 180 cavalli, questi mezzi erano impressionanti: 12 metri di lunghezza e 4,12 di altezza.
Il loro interno era progettato per offrire il massimo comfort: il piano inferiore conteneva 20 posti a sedere e 70 in piedi, mentre il piano superiore offriva 47 sedili imbottiti. Ma la vera innovazione era il sistema di monitoraggio dei passeggeri: ogni sedile del secondo piano era dotato di sensori di peso collegati a un pannello luminoso al piano inferiore, permettendo ai controllori di conoscere in tempo reale l’occupazione del mezzo.
Dopo la chiusura dell’Expo, gli autobus continuarono a circolare regolarmente fino al 1976, quando tre di essi vennero ritirati dal servizio. Negli anni ’80, anche gli ultimi esemplari furono rottamati. Alcuni, però, hanno lasciato tracce indelebili nella memoria dei torinesi: uno rimase per anni nel cortile di una scuola come elemento di gioco per i bambini, mentre un altro, restaurato, è stato esposto recentemente nel Parco del Valentino.
Oggi, l’immagine dell’autobus rosso a due piani resta simbolo di una Torino all’avanguardia, una città che sapeva sorprendere i cittadini con mezzi innovativi e soluzioni insolite, rendendo il viaggio non solo un semplice spostamento, ma un’esperienza da ricordare.
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